Misericordia. Amicizia. Obbedienza. Nella vita di Padre Smith.

Misericordia. Amicizia. Obbedienza. Queste tre parole descrivono sinteticamente il romanzo “Il mondo, la carne e padre Smith” di Bruce Marshall, edito di recente da Jaka Book con il titolo originale “Tutta la gloria nel profondo” (All Glorious Within).

E infatti la storia di padre Smith, nella sua semplicità, rivela quanto sia vero che tutta la gloria di Dio e, quindi, la felicità dell’uomo stiano nel vivere la profondità di queste tre parole, tanto carnali, perché dall’uomo desiderate, quanto infinitamente divine, perché possibili solo per una forza dall’Alto.

In poche parole questo romanzo dice quanto sia umano il Cattolicesimo.

Misericordia. Come quando Padre Smith si trova, in un alberghetto di dubbia moralità, chiamato una sera proprio dalla proprietaria dell’affittacamere, a confessare sul letto di morte un marinaio cattolico. Il marinaio si pente di non essersi avvicinato più ai sacramenti da tanti anni, ma proprio non riesce a pentirsi di aver conosciuto tante belle donne nei vari porti del mondo durante i suoi viaggi. Dopo numerosi tentativi il giovane sacerdote, disperato, gli chiede allora «se si pentiva di non pentirsi d’aver conosciuto tutte quelle donne.»; al che il marinaio risponde di sì, «che si pentiva di non pentirsi e sperava che Dio l’avrebbe capito» e così Padre Smith gli dà l’assoluzione.

Amicizia. Come quando, iniziata la guerra e mancando forza lavoro, il Vescovo e gli amici preti di Padre Smith, alcuni dei quali ormai ottantenni, si ritrovano tre volte la settimana «a picchiottare, a impiastricciare, a spalmar calcina, a strofinare» per terminare le mura della parrocchia cattolica di Padre Smith, finalmente in pietra e non più in lamiera. «Qualunque disagio potessero provare – dice uno di loro – doveva essere più che compensato dalla coscienza di essere, nel vero senso della parola, operai del Signore». O ancora come quando Padre Smith prega per la varia umanità che ha incontrato durante la sua lunga vita: «per il vecchio marinaio che aveva confessato tanti e tanti anni prima, per Angus McNab, per Annie Rooney, per il Maggiore sbornione, per D. H. Lawrence che aveva saputo tanto eppure così poco: che Dio accogliesse anche loro nelle dimore eterne. Poi pregò per gli abissini che gli italiani stavano ammazzando […] e pregò anche per gli italiani, giacché anche per loro era doloroso morire col viso spaccato…e anche loro erano stati ragazzini fra mura di casa».

Obbedienza. Come quando Padre Smith, ogni anno della sua lunga vita, si reca il giorno di sant’Andrea a dire una preghiera per la conversione della Scozia nella chiesa presbiteriana Sant’Andrew, «dato che quella chiesa un tempo era stata cattolica, gli pareva che sant’Andrea dovesse averci piacere». E la fedeltà di questo semplice gesto, porta l’eccentrica moglie di un ricco presbiteriano a farsi cattolica.

Misericordia come risposta all’anelito di bene del cuore umano. Come gesto gratuito di Dio senza tornaconto. Amicizia come compagnia per la costruzione dell’opera di un Altro. Come destino che tiene dentro tutto il mondo. Obbedienza come coscienza che Dio governa ogni cosa e porterà tutto a compimento. Come certezza che la bellezza della vita, per chi è nella grande storia della Chiesa, è dare gloria a Dio e avere pietà degli uomini.

Stella marina