Nessuno di noi provi il fuoco quando il mondo perisce

Cari amici della Spigola,
ciao. Avete avuto modo di guardare la tragedia dell’albergo di Farindola in provincia di Pescara? E’ stato spazzato via da una valanga di neve, detriti e alberi che si è staccata dalla parete del Gran Sasso in seguito alle scosse di terremoto. Terremoto e neve alta fino a 2 metri. Cosa fa venire in mente una circostanza simile? La realtà, il mondo reale, le cose, la natura può muoversi in modo tale da uccidere. La natura è cattiva? Leopardi la chiamava “matrigna”, che prima illude con la bellezza del paesaggio che rimanda a una bellezza più grande, poi uccide.
Cosa rimane di umano di fronte a questo dolore?
La realtà uccide in conseguenza del peccato originale (Leopardi lo sapeva intellettualmente ma non affettivamente). Cosa vuol dire? Come si fa a dire questo?
Vuol dire che la morte, la sofferenza non vengono da Dio ma dal peccato originale, cioè da una ferita, un’imperfezione che è stata sanata da Cristo morto in croce e risorto.
Noi siamo certi che la morte non è l’ultima parola su una sofferenza immane e ingiusta come questa perché Dio, il creatore di tutto, è morto e risorto per noi. Come lo sappiamo? Per l’incontro con una realtà umana così affascinante, buona, autentica e tuttavia imperfetta, che ci ha detto “Non piangere”. E che ci perdona sempre.
Questa realtà che attraversa 2000 anni di storia ci dice in un canto ambrosiano del V secolo:

nullus ex nobis, pereunte mundo,
sentiat ignem

nessuno di noi provi il fuoco,
quando il mondo perisce

Frase ingiusta al pari del “Non piangere” che Gesù disse alla vedova di Nain.
Ma occorre immedesimarsi affettivamente (cosa possibile solo in forza di quell’incontro che purtroppo Leopardi forse non fece): qual è l’estremo dono che una madre può volere per il suo unico figlio? Che non pianga, che non provi il fuoco quando il mondo perisce.
Con questa certezza rivolgiamo la stessa domanda alla Madre di tutti, la Madonna: Lei che per prima ha vissuto così profondamente il mistero del male e della morte, ci accompagni affinché questo sacrificio porti la Resurrezione, come è stato ed è per suo figlio Gesù.
Ed ora via, ripartiamo perché non siamo soli.
Lo sapete cosa fa Picasso in discoteca? … … il cubista.
Sigh…

la_vedova_di_nain

Tonno subito