Nuovo DPCM: molto rumore per nulla

Nuovo DPCM: molto rumore per nulla
Conte, DPCM 18 ottobre 2020

Sul nuovo DPCM annunciato ieri sera con le solite modalità di ritardo, vaghezza, paternalismo c’è in realtà poco da dire. Tanto atteso come panacea a tutti i mali, di fatto ha decretato solo che al ristorante si può andare al massimo in 6 e ha limitato il consumo di alcool e, inspiegabilmente, le conferenze.

A sentire il DPCM, a parte le raccomandazioni da Stato-padre, il virus si sparge soprattutto a forza di spritz e cultura, uniche forze incolpate di far radunare le persone. Sullo spritz si può anche accettare, ma le persone di cultura sanno quanto purtroppo la seconda sia falsa. Sul coprifuoco, la misura davvero discriminante, se si considera necessario un intervento dall’alto, il governo ha preferito scaricare l’impopolarità sui sindaci. Insomma, il DPCM raccomanda tante cose ma ne comanda poche e uno si chiede quale fosse la necessità.

La verità è che il Covid-19 sarà tra noi per molto tempo, fine 2021-metà 2022, e bisogna attrezzarsi con misure di lungo periodo. Esempio: se il problema sono i trasporti, occorrerà investire molto del denaro europeo in nuovi mezzi e nuovo personale per permettere molte corse in più. Se il problema sono gli orari delle scuole, bisognerà cambiarli sistematicamente.

Pensare un orizzonte lungo è proprio degli statisti, morire nell’emergenza dei politicanti.

 

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