OLAF

frozen

Il tempo natalizio è notoriamente il periodo dell’anno in cui, tra le altre cose, ci si riversa più facilmente nei cinema, complice il fatto che le proposte cinematografiche non mancano. Ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le età. Tra quelle di quest’anno vi propongo quella che mi ha maggiormente colpito: il cartone della Disney “FROZEN IL REGNO DI GHIACCIO”.
A dire il vero la trama del cartone è ispirata alle favole più classiche: due sorelle e principesse Elsa e Anna vivono separate perché la maggiore Elsa ha una maledizione, trasforma tutto quello che tocca in ghiaccio. Quando questo potere le sfugge di mano congelando tutto il regno, toccherà ad Anna, ragazza allegra, piena di vita e desiderosa di trovare “il principe azzurro”, cercare di calmare la sorella e salvare il regno. La soluzione a questo problema come in ogni fiaba che si rispetti sarà un gesto di vero amore.
A tutto questo poi si aggiungono musiche e i canti, in perfetto stile Disney, che fanno sicuramente felici gli spettatori più piccoli ma stressano enormemente quelli più grandi. Ma allora cosa rende degno di nota il film?
La sorpresa è Olaf, un magico pupazzo di neve che accompagna Anna nel suo viaggio per la salvezza del regno: a prima vista è il personaggio più comico del film, è quello che fa ridere tutti, grandi e piccini, ma che alla fine comunica quello che non mi sarei mai aspettato di sentire in un cartone animato, vale a dire qual è lo scopo dell’uomo nella vita.
Olaf infatti ha dentro di sé un desiderio grande che non ha uguali, vuole vivere d’estate sotto i caldi raggi del sole, anche se non sa bene cosa sia, perché non l’ha mai vista, e anche se tutti lo deridono per questo, visto che per un pupazzo di neve è impossibile vivere sotto il sole, lui continua a tendere verso questo desiderio di infinito.
Proprio questa sorta di apertura al tutto che ha dentro di sé lo porterà a spiegare ad Anna cosa sia il vero Amore, affermando che è qualcosa che va oltre il trovare il principe azzurro e ricevere il famoso bacio da questo, è mettere il bene di un altro prima del tuo, donare se stessi, sacrificarsi per un altro. Così come afferma anche Anna Vercors nell’Annuncio a Maria di Paul Claudel “ E che vale la vita se non per essere data?” Olaf fa capire a tutti che l’esistenza umana è un consumarsi per qualcosa, o meglio per qualcuno, infatti afferma “ a volte vale la pena sciogliersi per qualcuno”, e nel suo caso lo sciogliersi non è solo figurato ma un vero e proprio dono gratuito di sé.
Ciao e buona visione.

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Bavosa