Perché noi?

Ieri sera si parlava. “E’ da quando ero ragazza che sento dire che ce l’hanno con noi cattolici. Anche mia madre mi chiedeva: ma “voi” siete cattolici?”. Beh, qualcuno nella Chiesa sarà sempre additato (per fortuna). Gesù d’altro canto ce l’aveva detto che era venuto per portare la spada, la divisione (fra madre e figlia e non solo). La domanda allora è: perché proprio noi? Mi veniva in mente questa suggestione.
Un giornalista si affaccia in un padiglione di una manifestazione cattolica. Esce e gli viene chiesto come vanno le cose lì: “tutto a posto, pregano, ballano, aspettano non ho capito bene chi, come sempre. Domani faccio il solito bell’articolo”. E così periodicamente.
Un bel giorno, però, esce tutto preoccupato: “Come vanno le cose lì?” – Risponde tutto ansioso: “Bisogna fare qualcosa, è pazzesco, ma cosa si sono messi in testa?” – “Ma cosa hai visto di tanto preoccupante?” – “Cosa ho visto? Senti, senti: da un lato una grande immagine di Gesù, belle frasi del Vangelo, e va bene. E dall’altro, in mezzo, sopra, sotto: stand, libri, dibattiti, anche gente importante, che discute su lavoro, scuola, famiglia, cooperative, associazioni, educazione, addirittura politica. Capisci? Le cose nostre, vogliono discutere, magari appropriarsi… delle nostre cose. Non gli bastano più le tante cose loro? Eh ma questo è troppo, dove vogliono arrivare? Ci penso io, ora faccio un bell’articoletto. Intanto ne mettono dentro qualcuno, poi si vedrà. Poi insinuiamo un sano dubbio, che non guasta mai, del tipo: “non sarà un reato ma non pare appropriato a un credente”, la misura morale li farà crollare. Vedrai, i più molleranno, altri non entreranno, si ritireranno in buon ordine, diranno “lasciamole perdere queste cose, dove ci si può sporcare, noi crediamo a ben altro, noi”. Ma noi, a cosa crediamo veramente? Ma questo Fatto di cosa è fatto?

Il pesce fuor d’acqua