Più che fratelli

Era da un po’ che non riuscivo a vedere i miei fratelli di “razza” tutti insieme. Sabato sera abbiamo fatto un concerto, tutta “a’ famigghja”, ed è stata l’occasione per rivederci e suonare insieme nei mari del nord. Soprattutto per questo, una data da noi tanto attesa.
Ripensando al desiderio che avevo di riabbracciarli, e alla bellezza che ne è venuta fuori, mi sono accorto di due cose:

  1. mettere a servizio di tutti le capacità che si hanno ti spalanca il cuore, come gioia, come desiderio, come orizzonte;
  2. farlo insieme a chi vuoi bene ti rende amico ad una profondità più vera, più del legame di sangue, che “dovrebbe” essere il massimo del legame possibile.Siamo fatti per dare, ma non alla Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri: donare sé è un’altra cosa.
    E dare un pezzetto di te ti lega di schianto, inaspettatamente e misteriosamente, anche a chi conosci da un minuto, che viene lì a ringraziarti.

Una cosa inconcepibile, eppure a volte la sorprendo come la cosa più umana possibile.
Mi fa pensare alla Pasqua che sta arrivando.
Che Uno sia morto in croce donando tutta la sua vita per la mia felicità fa tremare. Che Mistero.
Davvero questi sono i giorni del grande Mistero della storia, che vorrei capire sempre più, ma anche della più grande amicizia, quella di Gesù per noi, e della grande speranza, per me, la mia famiglia, e per il mondo.

Razza