Povera signorina!

Povera signorina!
Foto di Samuel F. Johanns da Pixabay

“Fino a poco fa, quando la porta era socchiusa, mi arrivava all’orecchio, a tratto a tratto, un grido straziante, l’urlo di una povera signorina, a cui il cancro rodeva l’intestino. L’urlo era più distinto e piu frequente nella notte: fino a ieri mattina. Stamane, spiando da dietro le persiane, ho visto al cancello il solito equipaggio morello, e alcuni signori, i soliti signori vestiti di nero in lugubre e silenziosa faccenda. Dalla porta di casa al feretro non sono che pochi metri. Lo sportello é aperto e rinchiuso in un secondo e già i cavalli si slanciano. Via! Nessuno se ne é accorto. Ognuno rimette sul viso la maschera ordinaria della vita. Poverina signorina, aveva 35 anni, guadagnava la vita ad insegnare il piano. Fu dunque un fallimento? Era credente. Anche Gesù fece fallimento. Predicare per tre o cinque anni, seguito prima da turbe immense e poi finire su di una croce, mentre il capo dei suoi seguaci, perfino lui, diceva a chi non lo voleva sapere: “E chi lo conosce? Mai visto”.

Qual é il significato vero, il senso reale del trapasso ch’io ho visto dalla finestra? Poiché quello che si vede, che si crede di vedere come realtà, non dev’essere la realtà, la sostanza, il significato, l’essenza delle cose: codesta bara quasi trafugata, codesto cessare di vivere, quasi ignorato, questa catastrofe irragionevole sarebbe enormemente assurda ed empia, se fosse la realtà definitiva: devono essere accidenze, apparenze; la vita deve essere un’altra vita, l’esistenza deve superare vittoriosamente codeste mutazioni del modo di vivere, perché anche la morte non può essere che il trapasso da un modo di vivere ad un altro modo di vivere.”

E’ l’estratto di una lettera di Alcide De Gasperi a sua moglie. La scrive un uomo di fede certa, proprio per questo è significativa.  Queste domande non sono risparmiate a chi ha incontrato Gesù; anzi il grido umano davanti al limite – guerra, tradimento, dolore, malattia, morte –  è ancor più profondo. La differenza decisiva è che non è un grido nel vuoto.

Sirenetta