Quaresima II (il sequel)

Cari amici della Spigola,
ci eravamo lasciati con la domanda leopardiana “ed io che sono?”.
Porto altri esempi di questa “linea di separazione” tra queste due realtà.
Ci sono innumerevoli segni di questa linea, che non è solo di separazione ma anche di incommensurabilità di due realtà: l’io e “le cose”. Come è possibile che io comprenda il funzionamento delle cose fino a capire che in natura l’infinito non esiste e che il disordine inesorabilmente aumenta? Deve esistere in me, come struttura di paragone, qualcosa che sa cos’è l’infinito e l’ordine.
Cito spesso l’espressione della dott.ssa Gianotti direttrice del CERN (una con i piedi ben piantati a terra che guarda dentro le cose) riguardo l’asimmetria materia/antimateria grazie alla quale si è creato questo universo con queste leggi fisiche, perché è stata per me come la soluzione del problema, la scoperta dell’assassino (che è sempre il maggiordomo).
Attraverso la fisica sperimentale abbiamo compreso che prima del Big Bang esisteva una simmetria.
Poi, siccome ho una grande stima per la Bibbia, ho sempre avuto in mente l’episodio di Adamo ed Eva, e da quando ero piccolo mi sono chiesto dove sia avvenuto.
Per me non è solo un’allegoria perché Dio non ha creato la malattia e la morte (che dominano questo universo con queste leggi della termodinamica) ma all’inizio Dio passeggiava con l’uomo nel Paradiso Terrestre. Cioè, Dio non ha sbagliato a creare questo mondo semplicemente perché questo non è il mondo creato in origine da Dio.
Pensiamo alla moltitudine di asteroidi che potrebbero colpire la Terra in qualsiasi momento (disordine): sono certo che statisticamente dovremmo già essere distrutti se il Creatore non avesse messo in piedi una serie di “accorgimenti” per diminuire drasticamente queste possibilità come ad esempio la nostra luna che ne devia le orbite e gli stessi pianeti del Sistema Solare che svolgono una funzione protettiva. Poi ne scappa uno ogni tanto e fa qualche casino (estinzione dinosauri).
Guardando l’esperienza personale comprendo che esiste l’eco di qualcosa che è una separazione tra me e Dio. A Kafka che nei sui Diari dice:

“Per quanto poco sia, qui non c’è nessuno che abbia comprensione di me nel mio complesso. Oh, possedere qualcuno che abbia questa comprensione, non so, una donna, vorrebbe dire essere sostenuto da ogni parte, avere Dio.”

risponde Leopardi in Aspasia:

“A quella eccelsa imago
Sorge di rado il femminile ingegno;
E ciò che inspira ai generosi amanti
La sua stessa beltà, donna non pensa,
Nè comprender potria.”

Dopo questo articolato volo pindarico torniamo al tema iniziale: la Quaresima.
Cosa è venuto a fare Cristo? E’ venuto, molto semplicemente, a sanare questa ferita, a togliere questa separazione, a rimettere in comunicazione questi due mondi.
Per poterlo fare ha dovuto subire un sacrificio, è diventato Lui stesso sacrificio, ne sono così certo perché ciò che è successo è un dato “fisicamente” accertato di esplosione di energia.
Ciò che ci è riservato è un luogo fisico, il cristianesimo non è un contenuto di leggi ma l’incontro con Dio fatto uomo che è venuto a comprenderci pienamente e a sollevarci da questa “valle di lacrime”. Capite che gratitudine infinita per tutti i soggetti coinvolti nella storia che hanno reso possibile il fatto in sé e la trasmissione del fatto attraverso la Tradizione? Prima fra tutti la Madonna.
Ecco, per me la Quaresima è meditare sempre più profondamente questa immensità attraverso la Tradizione della Liturgia.

Scusate la lunghezza, ci sono innumerevoli spunti e mi sono limitato all’essenziale.
Buona navigazione.

Tonno subito