Si è parlato molto in questi ultimi giorni del decreto prefettizio che ha vietato le manifestazioni delle “corse dei carri” (conosciute anche come Carresi: https://blog.biotravel.it/carresi-molise-storia-tradizioni/ – https://it.wikipedia.org/wiki/Corsa_dei_carri_(San_Martino_in_Pensilis), tanto da portare anche alle dimissioni del Sindaco di uno dei paesi interessati.
Secondo me è una tradizione da salvaguardare, per questo voglio condividere in questi mari ampi stralci del discorso pronunciato dal Parroco, Don Nicola Mattia, a conclusione della processione di San Leo Patrono di San Martino in Pensilis il 2 maggio 2018.
«“Siamo tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi” (2 Cor. 4, 8-9). Questo ci dice la Parola di Dio che, credo, esprima come tutti ci sentiamo.
Quello che ci è accaduto il 30 aprile scorso è stato un tentativo di martirio del nostro popolo.
Quello che è successo il 30 aprile è stato un tentativo di genocidio culturale dei popoli della Carrese. Come in ogni tentativo di genocidio anche per noi c’è stato il tentativo di stuprare la nostra storia, la nostra cultura, la nostra fede.
Stanno provando a cancellarci nascondendosi dietro una ipotetica legalità senz’anima.
Il 30 aprile 2018 è una data che non cancelleremo mai dalla nostra storia ma la trasmetteremo alle generazioni future per raccontare la tracotanza di chi ha provato a cancellare millenni di vita.
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Uniti, a fronte alta e con la schiena dritta senza piegarci alle ideologie dominanti che il vento, come insegna la storia, porterà via.
Chi ha sostenuto, da lontano, nelle chiuse stanze della burocrazia, nei mezzi di comunicazione locali, che tutto è stato fatto per il nostro bene e per il bene dei nostri buoi venga in mezzo a noi, venga a dircelo qui che quello che è successo è stato buono per noi. (ci viene in mente il “best interest” evocato dai giudici inglesi sul caso Alphie, ndr).
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La comunità di San Martino in Pensilis è famosa per l’accoglienza e l’ospitalità; sapremo dimostrare, se venite qui a parlarci, che la nostra accoglienza è di più di quanto si dice.
Sapremo farvi gustare i nostri cibi, anch’essi espressioni di storia, cultura, devozione e tradizione e soprattutto della nostra fama di accoglienza.
Vi faremo visitare le nostre stalle e vi permetteremo di ascoltare anche i nostri buoi.
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Il nostro cuore è così grande che … contiene anche i nostri buoi; il nostro cuore è così grande e amiamo così tanto i nostri animali che può contenere tutta l’arca di Noè.
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È facile attaccarci: non abbiamo potere politico dal momento che la demografia ci dà per sconfitti e ci profetizza l’estinzione, proprio come la razza bovina podolica, che in pochi anni si è dimezzata e senza le Carresi siamo certi che l’estinzione di questa razza bovina accelererà. Pensi anche a questo chi si erge a paladino degli animali.
Scelte scellerate stanno vuotando le nostre comunità di gente. Il processo di invecchiamento è sotto gli occhi di tutti e quindi non possiamo influire sulle scelte nazionali.
Non abbiamo potere economico, anzi, la ricerca di un lavoro che non c’è spesso è più faticoso del lavoro stesso.
Siamo socialmente poveri e inascoltati, e lo sappiamo, ma questo non ci toglie l’orgoglio di chi siamo.
Siamo piccoli ma la nostra storia, la nostra cultura, la nostra fede ci fa sentire sulle Spalle dei Giganti.
Siamo piccoli come Davide di fronte al gigante Golia. Davide però alla fine HA VINTO!!!»
Pesce (ner)Azzurro