Se non ritornerete come bambini…

Chi passa 5 minuti con i miei figli dice: “che bei bambini!”. Ma basta appena un poco più di tempo perché segua: “certo che, però, sono impegnativi!”.
Qualcuno lo dice ammirato, qualcuno con nostalgia, qualcun altro pensa “sei pazza”, “io non ce la farei mai”, “se anche lavori farai male una cosa o l’altra”…
“Impegnativi”. Posto che non è il primo aggettivo con cui parlerei dei miei figli, devo ammettere che sì, è vero, lo sono.
Ma perché?
Non è appena il fatto che hanno bisogno di tutto e che ti chiedono tutto ininterrottamente.
É che sono proprio loro ad essere molto impegnati! Basta fare caso a come guarda e ascolta un bambino, a come disegna, a come racconta, a come cerca lo sguardo degli adulti. E dunque in questa vita tutta presa dalle cose che ci sono, ti chiede di stargli dietro in quei giochi, in quegli incontri, scoperte, fatiche e avventure.
D’altronde le persone – adulte – più affascinanti non sono quelle più “fanciullescamente” impegnate con tutto e allo stesso tempo decisamente impegnative? Quelle che ti fanno svegliare quando vorresti dormire, che ti fanno alzare la testa dal libro che leggi, dal film che stai guardando, dal tuo piatto di pasta e dai tuoi pensieri.
E, infatti, dicono così soprattutto della Chiesa e di Gesù: non si può veramente vivere così, è troppo, troppo impegnativo!
In effetti – come è evidente con i miei figli – ci si può impegnare così solo per amore.

Sirenetta