Sentire e dissentire (parte 2)

Sentire e dissentire (parte 2)
Twitter Trump from Pixabay

Venerdì 8 gennaio 2021: “Permanent suspension of @realDonaldTrump”.

È successo. Trump sospeso dai social. Non mancano al proposito considerazioni e osservazioni critiche sulla
violata libertà di espressione, che è argomento complesso, sicuramente da approfondire.

Mi soffermo, però, su un commento che rivela una posizione solo apparentemente democratica:
“C’è un problema di fondo, che è al di là e al di fuori di Trump. È inaudito che imprenditori privati possano
controllare e decidere loro chi possa parlare alla gente e chi no. Doveva esserci un’autorità ovviamente
terza, di carattere politico che decide se qualche messaggio che circola in rete è osceno, come certamente
sono quelli di Trump” (M. Cacciari).

Un imprenditore privato non può regolamentare un suo prodotto? È così inaudito? Non mi sembra.
Un’autorità terza di carattere politico dovrebbe essere garante di chi e cosa si scrive su una piattaforma
social (o per dirla con gli stessi termini “di chi possa parlare alla gente”)? Ma questa povera gente è unita in
una piattaforma social proprio perché sulla piattaforma le differenze sono annullate. Qui sta la novità. Se
ora chi legge (o scrive) sapesse che c’è qualcuno che pone dei limiti di carattere politico nel caso volesse
scrivere qualcosa, non sarebbe un cambiamento di natura delle piattaforme o perlomeno una seria
minaccia alla libertà?

La sicurezza dell’oscenità dei messaggi di Trump dichiarate da chi invoca un’autorità terza che valuti che
cosa è o che cosa non è osceno non è contradditoria? Se un intellettuale è libero di dichiararle oscene
perché non dovrebbe esserlo il padrone dello strumento?

Insomma, la libertà è un bene prezioso, che implica molti sacrifici e molto amore. Gli occhi e le orecchie di
coloro che li hanno conosciuti entrambi sono sensibili a note stonate.

Pesce combattente