Nei mesi scorsi abbiamo sempre pubblicato le lettere di Antonio Simone dal carcere. Simone non lo conosciamo di persona, quindi i nostri amici radical-chic della sinistra mondiale saranno contenti: siamo disinteressati!
Però c’erano cose che ci interessavano (saranno contenti: lo vedi che in fondo in fondo questi cattolici sono sempre gli stessi… sì siamo sempre quelli interessati alla vita!). Ecco quello che ci interessava e ci interessa:
- ci interessa che Simone sia come noi cattolico e che molte delle accuse nascono dal sospetto su questa, come su qualsiasi, forma di appartenenza che non sia quella dell’intellighenzia autorizzata. Affermare l’appartenenza a qualcosa di vero e di bello è l’unica forma di anti-potere;
- ci interessa che dal e del carcere abbia scritto cose da uomo, dimostrando che un uomo vale più delle circostanze in cui si trova e che un cattolico può essere un uomo integrale;
- ci interessa che il moralismo non vinca. Un uomo può essere grande anche se in carcere e, se lo dimostrassero, persino se colpevole. Del resto, di qualcosa siamo colpevoli tutti e non è sugli errori che si giudicano gli uomini, ma sugli ideali che vivono;
- ci interessa che il lavoro venga giudicato soprattutto per il bene comune che ha prodotto;
- ci interessa che la carcerazione preventiva non venga usata come condanna preventiva come troppo spesso accade in Italia;
- ci interessa che il carcere sia un luogo per uomini e non per animali.
Insomma ci interessa che la vita sia vera, intensa e intera.
Ora che Simone è stato scarcerato, siamo più interessati di prima. E anche un po’ più contenti!
La Spigola