Su sinodo e dintorni

Il Sinodo della Chiesa cattolica è in corso. Dai giornali emerge una strana lotta tra progressisti e conservatori. I primi disponibili a concedere l’eucarestia ai divorziati, aiutare le coppie di fatto, riconoscere in qualche modo la validità dell’amore omosessuale . I secondi ovviamente l’opposto.
In realtà i media spingono per ciò che vogliono o vorrebbero. Il sinodo scriverà una proposizione unitaria finale, forse votata a maggioranza (cosa che si vorrebbe evitare). In ogni caso il Papa risponderà fra un anno nel Sinodo ordinario. Quindi, no panic: per un anno si parla e basta.
Ma anche nel parlare penso si debba evitare un unico nemico: il moralismo, che è sempre di origine calvinista e puritana.
In che cosa consiste il moralismo? Fissare un valore senza tenerlo nel contesto globale dei fatti e dei valori ed erigerlo a criterio unico di misura.
Il moralismo del tenere le posizioni è uguale e contrario a quello del “progredire”.
Gli uni e gli altri dovranno rispettare il senso comune del popolo cristiano. In questo senso comune nessuno vuole condannare altri che sa peccatori quanto lui ma si sa anche che la famiglia naturale è una garanzia per figli e società. I cristiani sono sempre andati avanti affermando la verità e riconoscendosi peccatori. Che non ci impongano di pensare che è tutto uguale o di pensare che ci sono cose che un cristiano non dovrebbe neanche immaginare. Basta non usare la verità per sopprimere i peccatori o giustificare il male per non sentirsi peccatori.

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