Sul matrimonio

Un amico di questi mari mi manda il suo invito al matrimonio che riporta una frase del dott. Enzo Piccinini, purtroppo prematuramente scomparso nel 1999.

1 Luglio 1973

«Signore ti ringrazio perché la mia strada è chiara. Ti prego di darmi la forza e la decisione perché il matrimonio non sia un fatto privato come lo vuole il mondo, ma sia il luogo dove con più fermezza ci richiamiamo alla vita per Cristo e per la sua Chiesa. La natura sacramentale del matrimonio ci rende adulti nella fede. L’adulto prende coscienza che la salvezza, cioè questo nuovo modo di vivere, non è per una soddisfazione sua o di pochi, ma è il progetto di Dio sul mondo. Il cristiano si concepisce quindi come segno della comunità cristiana e in funzione del mondo intero. Impara ad amare e a giocare la sua fede in ogni situazione, a volere cioè che in ogni ambiente cresca la comunione, crescano luoghi dove si fa esperienza cristiana, dove la vita abbia il suo significato che è Cristo morto e risorto.»

Enzo Piccinini (1951-1999)

Ciò che mi colpisce è la radicalità con cui si dice che cosa può essere il matrimonio. Solo la radicalità e le proposte totalizzanti (non totalitarie) sono affascinanti e adeguate al cuore umano. Tant’è che quando il cuore è più desto, quando si è giovani, le si ricerca e le si riconosce con facilità. Invecchiando comincia a farsi strada l’idea che tanto la storia sia fatta da eventi e cambiamenti ineluttabili e che, in fondo, la libertà propria e gli ideali non abbiano la forza di cambiare né sé né la storia. E’ una strada scettica e spesso sentimentale da cui, per fortuna, certe frasi ci strappano.

Torpedine