Sul reddito di cittadinanza

Da qualche anno, periodicamente, vado con un’amica a trovare una donna di etnia rom che vive con due figli da poco maggiorenni. È una famiglia molto povera che per anni ha vissuto in un campo nomadi del nord Italia e che, anche se ora abita in una casa popolare, continua a vivere di lavoretti saltuari e anche un po’ di accattonaggio (della madre). La donna, ormai nostra amica, è quasi analfabeta, pure è estremamente intelligente, infatti ha fatto di tutto per permettere ai propri figli di studiare (il maschio è diplomato, la ragazza ha una qualifica professionale). Per questo ogni volta che andiamo ci sorprendiamo a poter parlare con lei di tutto, in particolare di educazione e di politica. Ma nel corso dell’ultima visita è riuscita davvero a stupirci. Quando le abbiamo chiesto se si sta muovendo per accedere al reddito di cittadinanza ci ha risposto che no, non è questo che vuole, che non è per questo che ha fatto studiare i figli, ma per lavorare. Lei, che pure non ha remore a “chiedere” e per la quale anche 20 euro fanno la differenza, capisce che l’uomo è fatto per mettere le mani in pasta e collaborare a costruire il mondo. Lo capisce e lo desidera soprattutto per chi ama, come ogni uomo che ama davvero!

Alice