Talenti

In una mostra temporanea all’acquario di Genova  (“Skills. La natura le sa tutte!”) viene descritto, tra gli altri, il pesce palla giapponese che traccia sulla sabbia splendidi e articolati disegni, perché poi la femmina sceglierà il proprio compagno in funzione dell’opera migliore. La presentazione si conclude dicendo che il talento e la cura dei particolari non sono fini a se stessi, ma hanno una funzione sociale e generativa.
Sempre a Genova, di fronte alla tragedia del ponte Morandi, si è pianto, si è rimasti increduli, si è imprecato, si sono cercati i responsabili, si sta tentando di capire. Un uomo, architetto e artista, si è seduto al suo tavolo e ha provato ad usare il proprio talento per colmare la ferita aperta dal crollo.
L’idea sembra bella: funzionalità, memoria e luce. Un ponte semplice che con 43 vele luminose ricorda le vittime della caduta.
“La vera potenza di Dio consiste non nell’impedire il male, ma nel saper trarre il bene dal male” scriveva Sant’Agostino (di cui da poco è ricorsa la festa).
E l’uomo ha bisogno di questa rivincita, di questa rigenerazione, di una redenzione, di un significato che quando non si può trovare negli eventi passati può dare forza ad una nuova costruzione.
“Vorrei mettermi a disposizione della mia città per dare una mano, a titolo gratuito… chissà che la ricostruzione non diventi un momento di solidarietà”. Quello del ponte, ha detto Renzo Piano, “è un tema che tocca tutti e tutte le corde: da quella tecnologica a quella poetica”.
Bellezza e gratuità sono certamente una strada e possono essere un esempio per tutti, soprattutto se restano fedeli alla domanda di senso, a quel sussulto del cuore da cui sono scaturite.

Sirenetta