Ti amo più… di un cane!

“Credo che il mondo abbia bisogno dell’amore che ci sanno dare gli animali – dice una nota cantante – e che spesso noi non sappiamo ricambiare in modo adeguato. Non è il mio caso: per Daisy ho parole d’amore così profonde che le mie stesse figlie ne sono gelose”.
Daisy è una simpatica cagnolina, qualificata come Emotional Support Animal (ESA), o animale “terapeutico”. Non perché Daisy sappia fare qualcosa di particolare ma perché – povera cagnolina – la sua padrona non può fare a meno di lei. Una normativa americana che riconosce questo valore terapeutico ammette la possibilità di portare l’animale in questione anche in luoghi che sarebbero vietati a quattrozampe e simili. Anche in Italia esiste il riconoscimento della “pet therapy”, anche se per casi più limitati e certificati.
Mi chiedo comunque perché gli animalisti non cerchino di salvare un cucciolo da un legame così stretto che farebbe scappare qualunque uomo a gambe levate (e per questo ci cerchiamo un animale!). In certi casi neanche il cane ce la fa ed è accaduto che in un famoso museo torinese un signore pretendesse di entrare con la sua iguana da “pet therapy” (giuro che è accaduto!).
“Io la stringo e Daisy mi fa sentire subito bene: spesso viaggiare da una parte all’altra del mondo genera inquietudine” continua l’intervista.
Un’inquietudine che tutti ben conosciamo, un desiderio di amare e di essere amati così profondo e impetuoso da far dimenticare l’ordine delle cose: uomo, donna, cane, bambino, salute, vita, morte…
Ma forse proprio questo ordine ha a che fare con la pace del cuore. Guardare e amare persone, animali e cose, e perfino se stessi, dentro uno scopo, un disegno, un destino.

Sirenetta