Tony Hillerman e il popolo delle tenebre

Hillerman, dopo un lungo impegno come reporter politico e l’approdo alla docenza universitaria, si dedica, tra un saggio e un articolo giornalistico, al genere giallo. In queste sue opere, paragonabili ai divertimenti di Graham Greene, narra vicende ambientate nel New Mexico, nelle riserve indiane dei Navajo, Hopi e Zuni, in cui i protagonisti sono Leaphorn e Chee, della polizia tribale Navajo. L’autore ci fa conoscere il mondo degli Indiani d’America, con le loro superstizioni e credenze antiche, ancora sopravvissute dopo l’impatto con la civiltà e ci mostra il fascino di questo loro legame personale con l’ambiente e con l’ordine cosmico.

In questa storia del 1970 le indagini vengono dirette dal sergente Chee, che è anche uno sciamano o uomo della medicina dinee, il quale scopre come il cattivo sia anche in questo caso un uomo bianco, coadiuvato da indiani “civilizzati”, cioè contagiati dal male dei balacani.

In un ambiente desertico, ostile e quasi disabitato, che i bianchi sfruttano indiscriminatamente, tra stregoni, rituali di purificazione, killers professionisti e disinvolti interventi dell’FBI, si arriva alla conclusione che mostra come la logica del mondo moderno sia centrata solo sulla cupidigia e sul potere.

Per un maggiore approfondimento si consiglia di leggere tutti i titoli (sono 7-8) nella serie Gialli Mondadori.

Pesce Palla