Tu che chiami il mio nome!

Cari amici della Spigola,
come va?
Ci sono un po’ di casini in giro: i problemi di salute, la crisi economica sempre più dura, i momenti di smarrimento, l’incertezza del futuro, l’incontenibile desiderio di felicità che spesso è disatteso.
In questi momenti da dove si riparte?
Vi propongo una canzone: quando uscì, nel lontano 1989, ero un piccolo tonno adolescente.
Mi piacevano le percussioni, davano un certo colpo al cuore.
Adesso che sono un tonno navigato… (!) mi piace ascoltarla ancora perché quei colpi al cuore sono della persona amata che ti chiama.
Si intitola “I hear you call my name” (Ti sento chiamare il mio nome) dei Bliss.

https://www.youtube.com/watch?v=FVlVejpDpHE

Uno sguardo al testo:

Anche se non mi chiami più mi ritrovo in attesa
Non ci sono più lettere da te,
qualcosa di brutto sta per accadere?
Ma se tu torni da me cambiamo l’acqua in vino.
Hai colpito nel segno!
Questo è ciò che chiamano un miracolo:
Ti sento chiamare il mio nome!

Anche se non posso vederti più
Sento i tuoi occhi che mi guardano.

Immaginerò di parlarti
Sarà una conversazione a senso unico
Voglio salvare la mia anima
Ti scongiuro
Trova il tempo

Se potessi tornare da me
Cambieremmo l’acqua in vino.

Hai colpito nel segno!
Questo è ciò che chiamano un miracolo:
Ti sento chiamare il mio nome!

Ho cercato un segno
Sono così cieco, eri lì tutto il tempo
Eri sempre lì da quando mi hai parlato
Tutto quello che dovevo fare era credere!

Bello, no?
A cosa vi fa pensare?
Facilmente al rapporto con la persona amata.
Anzi di più: la radice di ogni vocazione è uno che chiama il mio nome e che mi fa essere me stesso.
Nella vita sempre attraversiamo momenti duri in cui sembra che quella presenza amata non si faccia più vedere, ma non ci ha mai abbandonato perché la vocazione è sempre un dialogo: ci si cerca entrambi.
Pensiamo ad alcuni santi (Madre Teresa di Calcutta che visse 50 anni di buio della fede), al dialogo tra gli apostoli e Gesù nel momento di massima sofferenza cioè tra il giovedì santo e la Pasqua.
Pensiamo al rapporto di Dio col suo popolo, come ci ricorda il profeta Isaia:

Come una donna abbandonata
e con l’animo afflitto, il Signore ti ha richiamata.
Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù?
Dice il tuo Dio.
Per un breve istante ti ho abbandonata,
ma ti riprenderò con immenso amore.

Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero,
non si allontanerebbe da te il mio affetto,
né vacillerebbe la mia alleanza di pace;
dice il Signore che ti usa misericordia.

Dio non lascia mai soli coloro che ha scelto.
Questa è la certezza che ci rende lieti nelle tribolazioni.
Beh, vado che ho appena sentito chiamare il mio nome ma…

Tonno subito