Leggendo l’intervista a Bertinotti apparsa sul Corriere della Sera del 19 aprile
mi ha colpito che se da un lato Bertinotti non può negare la bellezza del popolo di CL, in termini di accoglienza ma anche di capacità critica e operosa, dall’altro emerge ancora tutta la sua resistenza a cercare sinceramente la verità e l’origine di questo popolo laddove, rispondendo all’ultima domanda del giornalista (“Si sente folgorato dalla fede religiosa?”) afferma: «No, questo sarebbe la negazione del dialogo che deve essere tra diversi. Se uno pensa di farsi cooptare vuol dire che non ha identità».
L’augurio che faccio a Bertinotti è scoprire che solo nell’appartenenza al popolo di Dio – nella modalità con cui oggi ci raggiunge – è possibile conoscere la verità del proprio io e il suo destino. Ma questo non è frutto di una nostra capacità poiché, come dice mirabilmente Camus, “la grandezza arriva a Dio piacendo come una bella giornata” – per grazia -.
Argentina