Un ippico ippon…

Egregi amici della spigola,
(sì, egregi. A volte mi piace cambiare)
come va? Passata una buona estate? Siamo ormai agli sgoccioli, l’estate sta finendo!
E a più di uno prende una certa malinconia perché ricomincia il lavoro, l’alzarsi presto, il ritmo scandito dal dovere, ecc. ecc.
Vabbè ma io volevo parlarvi di altro.
Nelle serate di vacanza mi sono soffermato a guardare in televisione le olimpiadi.
Come sapete gli sport olimpici sono molto variegati, alcuni a me poco conosciuti ma tutti molto belli.
Ecco ad esempio quelli per me poco conosciuti che ho avuto modo di vedere durante le serate vacanziere: il judo, il tiro a volo e il tiro al piattello, la scherma, il tiro con l’arco, l’equitazione, il sollevamento pesi femminile.

– Nel judo la mossa risolutiva più veloce di un incontro è l’ippon cioè lo schienamento dell’avversario con schiena e spalle che toccano il pavimento. L’incontro si svolge afferrando l’avversario e cercando di fare punti attraverso prese e chiavi articolari veloci, cercando allo stesso tempo di resistere ai tentativi di schienamento.

– Nel tiro a volo e tiro al piattello facevo fatica a vedere i piattelli, figuriamoci pensare di colpirli.

– Nella scherma a causa della velocità degli attacchi non ho mai capito quali sono i bersagli.

– Nel tiro con l’arco semplicemente non avrei visto il bersaglio che per il tiratore ha le dimensioni di un francobollo, senza considerare l’influenza del vento sulla traiettoria della freccia.

– Equitazione: il cavallo è un animale bellissimo, poi le cavallerizze facevano girare la testa. Lasciamo perdere.

– Sollevamento pesi femminile: forza, tecnica (sollevare il bilanciere tenendo incastrate le scapole) e sacrificio. Praticamente sollevano il doppio del proprio peso al di sopra della testa.

Al di là delle tecniche e dei risultati, sono tutti sport bellissimi.
No, non esagero perché hanno tutti un denominatore comune che viene ancora prima del rapporto con l’avversario.
Per eseguire un’azione bella, completa, ordinata allo scopo, occorrono caratteristiche tutte riconducibili ad un’unica condizione purtroppo effimera (come le ferie): la giovinezza.
Forza, velocità, agilità, riflessi, vista, udito, resistenza, lucidità ecc.
Se pensiamo al fatto che le olimpiadi esistono dai tempi dell’antica Grecia, ci dev’essere qualcosa del gesto atletico che attrae gli uomini di tutti i tempi, più forte anche degli sponsor (il mio sponsor è facile: “Tonno Insuperabile”).
Tornando dalle ferie mi veniva in mente la poesia di Montale “Prima del viaggio”, e la figuravo sia in rapporto alle mie ferie, sia in rapporto ai Giochi Olimpici che ogni 4 anni passano e volano via:

Prima del viaggio si scrutano gli orari,

le coincidenze, le soste, le pernottazioni

e le prenotazioni (di camere con bagno

o doccia, a un letto o due o addirittura un flat);

si consultano

le guide Hachette e quelle dei musei,

si scambiano valute, si dividono

franchi da escudos, rubli da copechi;

prima del viaggio si informa

qualche amico o parente, si controllano

valigie e passaporti, si completa

il corredo, si acquista un supplemento

di lamette da barba, eventualmente

si dà un’occhiata al testamento, pura

scaramanzia perché i disastri aerei

in percentuale sono nulla;

prima

del viaggio si è tranquilli ma si sospetta che

il saggio non si muova e che il piacere

di ritornare costi uno sproposito.

E poi si parte e tutto è OK e tutto

è per il meglio e inutile.

 

E ora che ne sarà

del mio viaggio?

Troppo accuratamente l’ho studiato

senza saperne nulla. Un imprevisto

è la sola speranza. Ma mi dicono

che è una stoltezza dirselo.

Beh, io a differenza di Montale ho una ricchezza in più anche se il semplice dirlo può apparire una stoltezza o un’essere presuntuoso.
L’imprevisto è un’amicizia che capisce questo livello di domanda, di necessità che la bellezza non abbia mai fine.
Un’amicizia che capisce che questo non è il desiderio effimero di un sognatore ma il desiderio che sta sotto TUTTI i tentativi umani, dall’ippon al mettere al mondo dei figli.
E ciò che appare ancora più stoltezza è che un’amicizia del genere è conseguenza diretta di un fatto storico, cioè che il Mistero che fa tutte le cose si è fatto carne e continua la Sua Presenza in mezzo a noi attraverso la Chiesa, questa amicizia al destino.
In questi giorni di vacanza non è una stoltezza il ricordarselo!
Bene! Ora vado che devo provare un nuovo sport di mia invenzione al quale devo ancora dare un nome: mentre con una mano tiro con l’arco, con l’altra sparo al piattello mentre sono a cavallo che faccio un ippon col bilanciere sulla testa.
No, non ho dimenticato la spada che non ho capito ancora bene dove devo infilare ma sono certo della vostra collaborazione.
Ci vediamo presto!

Tonno subito

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