Vedo e non vedo…

Cari amici della Spigola,
continuiamo il seminario sul peccato originale che è dentro ciascuno di noi.
Mi serve però una luce soffusa e una musica adatta…
L’argomento è serio ma per fortuna i cattolici (quelli veri) sanno che “serio” non vuol dire “serioso”, “lugubre”, praticamente “salma”. Serio vuol dire, non so, tipo… di fronte al destino.
Per farlo in modo serio, appunto, senza scadere nelle frasi dette e ridette, trite e ritrite, occorre immedesimarsi, come faceva Maigret quando conduceva un’indagine per omicidio: sedeva ore nella stanza dove era avvenuto il delitto per assorbire qualcosa, immedesimarsi, respirare quell’aria. Un delitto qualunque che dall’esterno poteva sembrare un fatto ignobile ma che aveva in sé un dramma infinito.
Il fatto su cui vorrei condurre un approccio di indagine “seria” è quello riportato dalle cronache recenti avvenuto a Vasto.

http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2017/02/03/news/nel-cellulare-di-italo-la-chiave-dell-omicidio-1.14817516?ref=hfqapeer-1

L’involucro esterno riporta la dicitura “omicidio per vendetta”.
Il fatto interno porta un dramma fortissimo vissuto nella solitudine.
Una giovane coppia distrutta a causa di un fortuito incidente stradale avvenuto sette mesi fa, le famiglie conosciute in città, i genitori del marito gestiscono un forno, lui ex calciatore, la comunità vicina al marito vedovo, manifestazioni che chiedono giustizia per la donna morta.
Lui rimane improvvisamente solo con un dolore che non riesce a trovare la ragione di un sacrificio assurdo, i vicini che gridano vendetta e che pare spesso gli avessero suggerito di farsi giustizia da solo perché tanto l’uccisore non sarebbe mai andato in galera, intanto lui non si sentiva capito fino in fondo da nessuno.
Il marito vedovo vede l’uccisore della moglie al bar, parlano, una frase malintesa, l’arma nel portaoggetti della macchina: è un attimo.
Quattro colpi e tutto è finito, la vendetta è consumata.
Lui dice “ho fatto una fesseria”, e il primo a cui lo dice è un carabiniere che qualche mese fa ha avuto il figlio morto in un incidente d’auto a causa dell’imprudenza del guidatore, uno che era sicuro poteva capire e insieme a lui è andato a costituirsi.
Qual è uno degli effetti del peccato originale?
Alle volte alcune circostanze in cui siamo immersi non ci fanno vedere gli effetti delle azioni che compiamo e quando ce ne accorgiamo è tardi quindi: perdita di lucidità, di ragionevolezza, di umanità.
Cosa aiuta? Chi può sollevarci da questo peso mortale? Uno che ci capisca veramente.
Cosa vuol dire “capire”? Vuol dire piangere con chi piange e ridere con chi ride.
Vi pare una cosa da poco? Infatti nessun uomo ha questa forza, occorre una forza sovrumana.
Lo sa anche Dio che si è commosso per questa nostra fragilità e ha mandato il Figlio, che abbiamo ammazzato e che… è risorto e presente oggi (OGGI!) nella Comunità dei credenti: Chiesa. Pazzesco.
Dio non si scandalizza neanche per il reato di omicidio…
Chiesa, il luogo dei santi, di coloro cioè che piangono con chi piange e ridono con chi ride.
Chiediamo a Gesù di non lasciarci mai soli e di continuare a circondarci di santi.
Preghiamo affinché in carcere quest’uomo incontri uomini veri, cioè santi.
Beh, vado.
Mi hanno raccontato questa freddura: cosa faceva uno sputo su una scala? Saliva.
Non so se piangere o ridere. Magari mettiamoci d’accordo.
Per ora…

Tonno subito