Visita a San Francesco: un Acutis bisogno di santità

Visita a San Francesco: un Acutis bisogno di santità
Immagine di lookstudio su Freepik

La vacanzina in montagna del Movimento quest’anno si è svolta sulle alternative cime di santità di Assisi. Luoghi antichi per scoperte sempre nuove, ogni volta ti colpisce un particolare, che hai sentito mille volte ma che tocca una cordis nuovamente sensibile. E sembra naturale muoversi fra ciò che è diventato immortale: Cimabue, Giotto, i giacigli di tanti santi e la luminosa Chiara, e la tomba col corpo di Francesco. Che tipo strano, però! Mi ha quasi strappato un sorriso rivedere l’angusta gattabuia dove l’aveva buttato il padre deluso, e la tenerezza della catena spezzata, lucidata dai contatti dei fedeli, nelle mani della madre nella statua ai genitori. Un gigante della fede che reinventa la Povertà, vivendo un grande senso del Mistero pur in una intimità col divino in tutte le cose: parla con gli uccelli come con il popolo semplice, affronta il lupo come il malvivente accolto da tutti i minori, abbraccia un fratello lebbroso da cui non ha nulla da temere. Vertigini della santità.

Come se non bastasse, da un po’ di tempo (2019) un altro “fenomeno” si è aggiunto al concentrato, ed ecco dove erano finiti tutti quei bamboccioni, sbracati sui divani confort-covid, con i social biotrapiantati sul neurone superstite: sono ad Assisi, in numero impressionante, con zaino e pantaloncini, a far visita a un loro coetaneo. Carlo Acutis, nato nel 1991, un millennials quindi, e morto nel 2006 in soli tre giorni di leucemia fulminante. Santo a 15 anni, fulminante anche il suo percorso (2013 inizio fase diocesana, 2018 venerabile, 2020 beato, per la canonizzazione manca solo la data, avendo il papa a maggio 2024 approvato il miracolo ulteriore). Che avrà fatto mai in vita? Proposto come protettore di Internet e i social, ed eravamo solo agli inizi di questa rivoluzione! Ad una vita agiata magari nella finanza, visto la famiglia di origine, lo Spirito gli ha proposto molto di più. Rimane a nostra diposizione in internet la sua raccolta dei miracoli eucaristici, una vera calamita per lui, e il suo bel faccione in bella mostra nel Santuario della Spogliazione ad Assisi (come aveva sperato), a pochi metri dal crocifisso che parlò al giovane Francesco di una Chiesa da rifare. Sì, è vero, la faccia ora è protetta da una maschera di silicone, non era incorrotto alla esumazione del 2019, ma quei jeans, la maglietta, la freschezza di un ragazzetto spensierato, allegro, che afferma di “essere sempre unito a Gesù, ecco il mio programma di vita”.

Che stupore!

Allora, senza timore… è solo un ragazzo, gli ho chiesto due cose: di metterci una buona parola riguardo le scalpitanti cause di Enzo Piccinini e di don Giussani (magari insieme), che hanno generato un popolo, con i pantaloni corti ma anche lunghi, che usano i social ma anche un po’ impacciati, anche loro chiamati nei tempi e nei modi mai scontati che lo Spirito ci ha proposto. E poi gli ho affidato tutti gli allievi della nostra scuola, di tutte le scuole, con il loro divano e pure senza, che usano internet e i social, magari non per fare una mostra ma per mettersi in mostra, va bene.

Francesco può sembrare antico, troppo radicale e rivoluzionario, distante, ma Carlo ci ha mostrato una versione attuale, un’ingenua baldanza, anche lui un “originale non fotocopia”, con quel poco che basta allo Spirito per rinnovare il mondo. Mi viene voglia di provarci, cavolo! Comincio anch’io con spogliarmi di qualcosa, subito stasera, fa un gran caldo quest’anno.

 

Il Pesce fuor d’acqua