Viva i pannolini, abbasso i Cracker!! Più biscotti e meno crocchette per cani!!

Viva i pannolini, abbasso i Cracker!! Più biscotti e meno crocchette per cani!!
Foto di Oleksandr Pidvalnyi da Pixabay

Rispetto a quasi diciotto anni fa oggi mancano 2,4 milioni di occupati giovani come conseguenza diretta dell’andamento demografico.

Nei programmi dei partiti politici finalmente il tema della famiglia e della natalità trova (sembra!?!?) ampio spazio, poi però le promesse quasi mai vengono accompagnate da coperture necessarie a finanziare gli interventi, che dovrebbero rappresentare una rivoluzione rispetto al passato. Tra il dire e il fare… Boh! 

Papa Francesco alla recente udienza a Confindustria ha detto: «È urgente sostenere nei fatti le famiglie e la natalità. Su questo dobbiamo lavorare, per uscire il più presto possibile dall’inverno demografico nel quale vive l’Italia e anche altri Paesi. È un brutto inverno demografico, che va contro di noi e ci impedisce questa capacità di crescere. Oggi fare i figli è una questione, io direi, patriottica, anche per portare avanti il Paese».

La diminuzione delle nascite ha provocato un dibattito nelle aziende che fondavano il proprio mercato sulle famiglie con figli: i grandi marchi specializzati negli alimenti per l’infanzia, poi quelli per i pannolini. Ma queste aziende, furbe, hanno aggiornato il proprio catalogo di prodotti; invece di biscotti per bambini, si sono inventati prodotti alternativi: cracker che aiutano a conservare la linea, senza grande fatica né grande immaginazione. Il calo delle nascite che ha interessato in particolare l’Italia negli ultimi vent’anni del secolo scorso non è stato interpretato dalla politica come un campanello d’allarme cui provare a rispondere con misure per invertire la tendenza, ma si è preferito, in nome della pace sociale, tamponare gli effetti del declino dirottando le risorse a favore della spesa previdenziale piuttosto che per le famiglie. 

Ma i demografi fanno analisi molto preoccupanti: le imprese all’improvviso si trovano a prendere atto che non basta aggiornare la produzione o il catalogo per sopravvivere alla diminuzione delle nascite, dato che a mancare non sono tanto i consumatori di un certo tipo o di una certa età, ma sono proprio i lavoratori che non rispondono più all’appello. Ad un certo punto, fatti meglio i conti, si è capito che se mancano i lavoratori è anche perché per decenni sono nati sempre meno bambini. Ecco la fregatura… imprevista. 

Prima del lavoro, però, i giovani devono passare da scuola, dove si registra un deciso calo di alunni. Ormai non è più un’emergenza, ma uno tsunami, in un vorticoso uragano (chiamatelo come vi pare).

Tra trent’anni, in assenza di cambiamenti l’Italia si troverà ad avere 5 milioni di abitanti in meno, tra mezzo secolo la popolazione persa sarà di 12 milioni. Mancheranno bambini, poi gli studenti, poi i lavoratori, e presto anche meno contribuenti e quindi meno soldi per avere una sanità quasi gratuita o per pagare le pensioni degli anziani di domani. Una sorta di nemesi, per cui tutto… non torna!! 

Saremo un Paese di gente vecchia e in gran parte sola. L’aspetto positivo è che il tema è diventato attuale… ma questo non significa che il toro verrà preso per le corna.

Moscardino