Vivere “accelerati”

Cari amici della Spigola,
non so se avete saputo ma è stata riconfermata direttice del CERN di Ginevra la fisica Fabiola Giannotti.
Beh, e che fisico!
In una sua intervista di qualche anno fa ha dichiarato che noi “nasciamo da un’imperfezione della bellezza”, perché se materia e antimateria fossero state sempre equilibrate si sarebbero annichilite ed ora noi non esisteremmo.
Ecco, è un’espressione bellissima: imperfezione della bellezza.
Da meditare profondamente: noi capiamo che la realtà è imperfetta perché conosciamo la perfezione della simmetria che, come sostiene la dott.ssa Giannotti, non c’è in natura. Ma allora come facciamo ad averla come termine di paragone se non esiste? L’io che si trova dentro ciascuno, l’io che ha l’idea innata di simmetria, perfezione, infinito, cos’è? Da dove nasce?
La bellezza prima del big bang era perfetta, poi è intervenuta un’imperfezione che ha determinato la nascita di questo universo dominato da imperfezione e con un grado di disordine in crescita termodinamica.
Ecco, io penso che sia andata così: la creazione di cui parla la Bibbia fino alla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre descrive il mondo perfetto, senza il disordine termodinamico, in cui dominava la simmetria perfetta e l’uomo camminava con Dio.
L’imperfezione è stata determinata dall’intromissione del fattore estraneo nel rapporto di Dio con l’uomo, il diavolo, che ha avuto come conseguenza il big bang e l’inserimento nello spazio tempo di Adamo ed Eva. Dove si sono inseriti? In una zona circoscritta dell’Africa, circa 100.000 anni fa: le evidenze sono date dallo “stacco” netto nell’evoluzione perché in un dato istante quelle che prima erano scimmie hanno iniziato il culto dei morti e la rappresentazione di paure e desideri attraverso pitture rupestri.
Il resto è storia moderna, da Abramo a Gesù, nel quale lo spazio tempo è stato riunito nell’arresto del processo di disfacimento avvenuto nella resurrezione.
E il Paradiso è un luogo fisico che è al di là dello spazio tempo visibile.
Bene, ora devo prendere la medicina, quella che mi da ogni 4 ore l’infermiere che viene nella mia stanza bianca imbottita.
Se esco però…

Tonno subito