W la bocciatura

W la bocciatura
Scuola vuota from Pixabay

Lunedì 8 marzo. Per me non è stata la festa della donna. È stato il giorno in cui siamo tornati in didattica a distanza al 100% nelle scuole superiori in Piemonte. Le preoccupazioni sono molte: ascoltare una lezione in video è molto più dispersivo che ascoltarla in classe; molti giovani si ritrovano necessariamente da soli al mattino a casa a seguire lezione, le verifiche e le interrogazioni online non sono minimamente paragonabili a quelle svolte in presenza.

Vorrei, pertanto, rivolgere ai nostri politici un appello che forse appare controcorrente e dal sapore antico, ma in realtà è motivato dal desiderio di mantenere una valenza educativa anche della famigerata DAD.

Non possiamo, come insegnanti, che accettare, anche se malvolentieri, la didattica a distanza come extrema ratio, nella consapevolezza del disastro pandemico in cui siamo immersi.

Cercheremo ovviamente di impegnarci nel portare avanti con passione e impegno il nostro lavoro quotidiano, ma permetteteci a fine anno scolastico (giugno o luglio che sia) di valutare al 100% i nostri allievi e, nei casi necessari, di far loro ripetere l’anno. Non obbligateci a promuovere di nuovo tutti indiscriminatamente.

Volenti o nolenti, i docenti della scuola italiana hanno affrontato la DAD e si sono tirati su le maniche per farla al meglio possibile. Si sono, altresì, inventati griglie di valutazione ad hoc, nonostante non sia così difficile capire se uno studente, anche dietro la videocamera, stia seguendo o meno, stia leggendo dal libro o stia rispondendo realmente alla domanda.

Le scuole hanno ricevuto cospicui fondi dallo Stato per adeguare le strutture scolastiche alla Didattica digitale e soprattutto per distribuire alle famiglie che ne avessero bisogno strumentazioni informatiche e connessione dati. La scuola italiana ha fatto un enorme sforzo per consentire ad ogni studente, anche in questa situazione apocalittica, di seguire le lezioni, senza che fosse leso il fondamentale diritto allo studio.

Insieme agli sforzi dei docenti ci sono certamente quelli delle famiglie, che cercano di sostenere i loro figli in questa forma strana di didattica da casa, e dei ragazzi stessi, che, commoventi, sono presenti ogni mattina dietro quello schermo.

Proprio per amore di questi ragazzi, dico che è necessario poter promuovere o bocciare. I ragazzi hanno bisogno di sapere che i loro sforzi non sono vani. Che fare o non fare non è uguale. Non solo perché è più bello alzarsi al mattino e entrare in rapporto con compagni e insegnanti, anche se solo virtualmente, ma perché alla fine del cammino c’è un premio!

I nostri allievi, come tutti noi adulti, sono mossi dallo scopo, dalla meta! Se la meta non c’è o non è chiara, anche le energie dell’impegno si affievoliscono ben presto. La massima alfieriana “Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli” regge poco. Molto più umano è, invece, quello che dice San Paolo: “Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo!”

Allora, signor Ministro e signori politici, alziamo l’asticella! Diamo ai nostri ragazzi la fiducia della responsabilità: se desiderano, correranno e se corrono, arriveranno al premio.

Stella Marina