Walk on the wild side

Appena messo piede giù dall’aereo ed entrato nella Tube, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la canzone del compianto Lou Reed, “Walk on the wild Side”, come una intuizione che poi mi sarebbe stata confermata solo nei giorni seguenti.
Una città Londra a misura di “hard worker”: se non hai intenzione di lavorare ad un ritmo alto non fa per te. Ho per la prima volta percepito che lì il tempo è denaro. Badate bene, non che sia una cosa deplorevole, tutt’altro.
In funzione di questo tutto, o quasi, funziona: la metro è in orario, pulita e silenziosa (infatti il nostro gruppo era sinceramente molesto per l’acustica dei londinesi… Italians), tutti i mezzi pubblici funzionano come un orologio, sincronizzati perfettamente, si rispettano le file e, con mio sommo stupore, nessuno si lamenta; le ho iniziate a rispettare anche io quasi mi sentissi in difetto con tutte le milioni di persone di Londra.
Un insieme di regole che io pensavo non fossero scritte (mi sbagliavo, perché lì è scritto tutto quello che devi e non devi fare) ma che regolamentano un melting pot di persone apparentemente tutte sincronizzate.
Anche il cibo è in funzione del lavoro: una parola su tutte: “take away”.
Il concetto di convivium è sorpassato, si mangia poco, male, in fretta e sopratutto da soli. Noi come sempre eravamo l’eccezione (si capisce che è stato forse il tasto più dolente).
La città come bellezza, purtroppo, raggiunge a mala pena la sufficienza: oltre ai musei gratis, architettonicamente non ha nulla da mostrare. Al centro palazzi in vetro e acciaio, in periferia casette in classico stile anglosassone. Di antico c’e solo un castello con il bel Tower Bridge accanto, e vecchie chiese ormai per la maggior parte sconsacrate.
Ma perché mi si sarebbe svelato il lato selvaggio?
Perché il fine settimana tutto si trasforma, dopo le 17 nessuna regola vale più, come se lo aspettassero per sentirsi normali, vivi. Quali saranno i veri londinesi non lo saprò , forse solo vivendoci lo capirei.
Ma, e dopo il ma viene il vero, non può essere stato tutto così brutto. Infatti se fossi stato solo non sarei mai uscito vivo da questa bolgia.

Acciuga