What???

Ok. Ci siamo: primo collegio docenti dell’anno nella mia scuola. La macchina si è rimessa in moto.

Arriviamo al dunque. Dopo i rituali saluti, il richiamo al silenzio di un centinaio di insegnanti (mannaggia agli istituti comprensivi), il Preside comincia a snocciolare i punti all’ordine del giorno. Per lo più si tratta di novità o avvisi relativi al personale docente e non, di assegnazione degli incarichi, situazione delle aule, impegni della prima settimana di scuola, fino ad arrivare ai progetti. Per due ore la collega di fianco a me si era limitata a lamentarsi e a commentare, un po’ come tutti, me compresa, degli insegnanti che mancano, delle classi sguarnite, dei nuovi inserimenti (da paura) nelle classi…  Ad un certo punto, alla fatidica parola PROGETTI, ha cominciato a scalpitare. Anch’io di solito scalpito quando sento questa parola, perché si tratta di proposte assurde o di svariate commemorazioni imposte dal comune o di incontri su violenze varie (l’anno scorso è andato alla grande quello sulla violenza contro le donne). La collega in questione, dopo vani tentativi di farsi vedere per prendere la parola (tra di me pensavo: cavoli, dev’essere una cosa urgente e importante quella che vuole dire al preside se insiste così, se non teme di parlare davanti a cento persone), ecco che finalmente ci riesce, si alza ed esordisce con convinzione e tono da comizio in piazza: “Io vorrei sottoporre al collegio docenti un problema urgente: stiamo assistendo agli incendi in Amazzonia [???], vediamo che c’è un grave problema ambientale, insomma dobbiamo fare qualcosa. Dobbiamo prendere dei provvedimenti e mettere in atto azioni concrete per educare i nostri alunni. A cominciare dall’abolizione della plastica nella scuola!”

La mia prima reazione è stata quella di voltarmi verso la collega che avevo dall’altro lato perché d’istinto mi veniva da ridere… insomma, ma che problema è? Di che stiamo parlando?! E tutta questa foga poi? Ma non si doveva discutere di come fare a gestire gli alunni disabili che sono rimasti senza sostegno… ad esempio, tanto per dire?

Poi mi sono resa conto che tutte le teste annuivano, che addirittura qualcun altro alzava la mano per prendere la parola, che era una questione radicale per molti, insomma che la scuola deve fare qualcosa, che se non ci muoviamo contribuiamo a distruggere il pianeta, che questa è la vera educazione e noi insegnanti dobbiamo dare l’esempio ai ragazzi (oddio… e io non me ne stavo accorgendo!): insomma il problema improvvisamente ha catalizzato l’attenzione di tutti, smuoveva l’inventiva di molti (non la mia certo: non sono ancora cosciente del cataclisma in atto). Tanto che alcuni colleghi hanno cominciato a suggerire al Preside (travolto suo malgrado da quella marea), interventi mirati a diminuire l’uso della plastica nella nostra scuola, anzi, apportando esempi virtuosi di altri istituti. Insomma, nell’ordine ecco le soluzioni proposte e di cui si è discusso: bisogna dire ai ragazzi di portare la borraccia e non comprare le bottigliette dell’acqua dalle macchinette, che infatti devono assolutamente essere eliminate [what???]; si è proposto di chiedere a tutte le famiglie 2 € per dotare i ragazzi di borracce […tra l’altro le borracce non si portavano nelle gite in montagna una volta?]; infine la soluzione vincente: cercare uno sponsor che crei delle borracce col suo logo, così le si dà gratis ai ragazzi e li si invoglia a non comprare l’acqua al distributore… che, hanno convenuto, è un po’ difficile da eliminare dall’oggi al domani. Ovviamente poi bisogna dotare di cestini per la plastica ogni classe e noi dobbiamo vigilare affinché gli alunni li usino correttamente, perché “siamo noi che dobbiamo formarci prima di tutto, così educhiamo e sensibilizziamo i ragazzi a questo grave problema!”

E voi che cosa state facendo per risolvere IL problema?!

Buon anno scolastico a tutti!

Pesce volante