“Il 21 maggio alle ore 11 scatta il Teacher pride per la libertà di pensiero, parola e insegnamento. A lanciare l’iniziativa i docenti del Liceo Anco Marzio di Ostia, che invitano tutti a partecipare e raccontarlo con l’hashtag #iononSorveglioSveglio”.
Gli organi di stampa mi informano che la scuola è in rivolta a causa del provvedimento contro la prof. di Palermo sospesa dal lavoro per non aver vigilato sui propri studenti che, per la giornata della memoria, avevano preparato e proiettato un video nel quale si accostava la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Premetto che:
- nella mia scuola non c’è ansia, fermento o rivolta alcuna a causa dell’episodio (ma la mia è una scuola media piccola e periferica. E poi insegno matematica e scienze, quindi i pensieri profondi non mi appartengono);
- non ho mai votato né penso mai voterò Matteo Salvini (a meno di radicali cambiamenti geopolitici e culturali di cui, al momento, non vedo traccia).
Avendo visto il video mi permetto però di scrivere le mie considerazioni:
- Il video è brutto, noioso e malfatto. I miei ragazzini se la cavano molto meglio anche dal punto di vista tecnico: se dei ragazzi di III superiore lavorano così c’è poco da stare allegri. A meno che, come penso, questo non sia un lavoro un po’ tirato via da alcuni studenti decisamente poco motivati;
- Un progetto di questo tipo sviluppa competenze di varia natura (storiche, di ricerca, di comunicazione, linguistiche, tecnologiche, sociali, relazionali) che un insegnante dovrebbe valutare sia in corso d’opera che a conclusione del lavoro. La stimata prof. dichiara di essersi occupata solo dell’aspetto linguistico. Francamente un po’ poco, sia per me che per quello che ci viene richiesto dal Ministero.
- Ai tempi in cui io frequentavo la scuola superiore si discuteva tantissimo di politica e nella mia classe erano rappresentate svariate correnti di pensiero, sempre in dialogo e spesso in lotta tra loro. Per questo mi sgomenta vedere che in una classe III dell’ITIS tutti i ragazzi abbiano le stesse opinioni. A meno che non sia solo il pensiero di alcuni a cui gli altri si sono appiattiti acriticamente. O a meno che non sia quello della prof. a cui tutti si sono allineati pecorescamente. Situazioni, entrambe, che veramente dovrebbero preoccupare e l’insegnante e tutti noi.
In conclusione, mi spiace che a un così brutto lavoro siano stati dati tanto risalto e visibilità e a un’insegnante a dir poco superficiale (ma spero solo in questa occasione) consegnata la corona del martirio. Ma forse una cosa l‘abbiamo imparata: la scuola italiana ha come urgenza primaria quella di formare e ri-formare sul serio e continuamente i propri insegnanti. Spero ci pensi, il nostro ministro, e lasci tornare al lavoro questa prof., senza farla diventare assurdamente un esempio di sacrificio per la libertà di espressione.
Alice