La pace inizia da ognuno di noi

La pace inizia da ognuno di noi
Foto di Polina Tankilevitch, Pexels

Si vis pacem para bellum. Se vuoi la pace prepara la guerra. E se siamo già in guerra come arriviamo alla pace?

Questa domanda risuona dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia fino al rimbombo odierno delle esplosioni della controffensiva israeliana a Gaza, una domanda lacerata dall’orrore efferato suscitato dall’attacco terroristico di Hamas nei kibbutz del 7 ottobre.

Sono guerre lontane da noi, con popoli, religioni e tutto un sistema culturale a noi estraneo. Cosa ci interessa allora e come possiamo aiutare?

Innanzitutto, uscendo dalle logiche delle tifoserie, non perdendo uno sguardo di umanità (e quindi agli uomini, donne e bambini tutti coinvolti a prescindere da quale sia lo stato o la religione cui rivolgono la loro fedeltà).

Racconto una cosa successa in casa nostra, piccola ma esemplificativa.

In questi primi giorni di novembre si tiene il Lucca Comics&Games, la più importante fiera fumettistica italiana di rilevanza anche internazionale.

Titolo di questa edizione, definita da Oscar per gli importanti artisti che parteciperanno è Togheter, insieme in italiano.

A giugno l’ambasciata israeliana aveva dato il suo patrocinio alla manifestazione perché avrebbero partecipato due fumettisti israeliani, Tomei e Asaf Hanuka, curatori anche del manifesto di questa edizione.

Tutti contenti fino al 7 ottobre, anzi fino al 30 ottobre quando Zerocalcare, notissimo fumettista italiano, ha dichiarato che non avrebbe partecipato alla manifestazione proprio a causa di questo patrocinio, visto che nel frattempo le persone a Gaza soffrono e muoiono, pur consapevole che era stato dato per gli artisti presenti che nulla hanno a che fare con i bombardamenti a Gaza.

A seguire molti altri artisti – e finanche Amnesty – hanno disertato la manifestazione, perché quel patrocinio di Israele (ora) proprio non scende più (sul livello di opportunismo di tale reazione segnalo un bell’articolo di tempi qui).

A conclusione anche i due artisti israeliani hanno dichiarato che, a causa delle polemiche, non parteciperanno visto che sono artisti e non politici e non se la sentono di spostarsi “da una zona di guerra vera verso una zona di conflitto mediatico”.

Moltissime le reazioni, anche sui social, di plauso alla coerenza di Zerocalcare&friends che, tuttavia, ha ottenuto un solo obiettivo: chiarire che la guerra è l’unica strada perché non si può neanche condividere un fumetto con qualcuno che non è parte della nostra storia o con cui non siamo perfettamente d’accordo.

Che occasione persa. E proprio in un’edizione dal titolo Togheter, che scomposta suona anche come “to get ther” cioè per arrivarci.

Se era il desiderio di pace a muoverli, “per arrivarci” avrebbero potuto essere i primi a fare un passo di riconciliazione invece che divisivo, perché come possiamo chiedere la pace tra popoli con una storia di guerra alle spalle se non siamo capaci di farlo neanche per dei fumetti?

Se vogliamo la pace, quindi, iniziamo a costruirla.

 

Ostrica

Una risposta a “La pace inizia da ognuno di noi”

  1. Condivido con Ostrica: se non ci apriamo un po’ non troveremo mai la perla.

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