Nec laudibus nec timore

Libertà, verità e potere

Nec laudibus nec timore
Libertà from Pixabay

“La verità vi farà liberi”, ci dice Gesù: da quando questa frase è stata pronunciata, non poche volte, all’interno
della Chiesa stessa, qualcuno si è trovato a dover scegliere tra l’una e l’altra, perché dire la verità equivaleva a
mettere a rischio la propria libertà, quando non addirittura la propria incolumità personale.

Certamente sono noti uomini come sant’Atanasio, il difensore dell’ortodossia nel IV secolo, ai tempi dell’eresia
ariana, perseguitato duramente per questo motivo dall’Imperatore dell’epoca, che non scese mai a compromessi con il potere, annunciando sempre con fermezza la verità del credo cattolico formulato a Nicea, e per questo motivo dovette fuggire e nascondersi per sei lunghi anni, o come – più di recente – i cardinali Mindszenty e Van Thuan, rispettivamente ungherese e vietnamita, che nel secolo scorso vennero imprigionati e perseguitati dai rispettivi regimi comunisti, ma non accettarono mai di rinnegare la verità della propria fede.

Una figura forse meno conosciuta ma non per questo meno interessante è quella di Clemens August Von Galen, arcivescovo di Munster dal 1933 al 1947, negli anni cioè della dittatura nazista in Germania, sulla cui figura è stato recentemente tradotto in italiano un interessante volume. Von Galen fece infatti sentire in modo sempre deciso la propria voce, ben sapendo i rischi personali che correva in questo modo: dopo aver più volte messo in guardia i propri fedeli dalle dottrine naziste, in tre famose prediche tenute nel 1941 denunciò pubblicamente il piano denominato Aktion T4, vale a dire il progetto nazista di eliminare tutti quei cittadini (disabili, malati mentali, feriti di guerra incurabili) le cui vite venivano designate come “non degne di essere vissute”, riuscendo con la propria denuncia a ridurre drasticamente il numero di malati inviati presso “case di cura” dove venivano eliminati per il bene del Reich. Così il vescovo, appena nominato, illustrava la scelta del proprio motto episcopale Nec laudibus nec timore: “Questo deve essere il mio motto, questo deve essere per noi tutti il punto fermo: non la lode degli uomini, non il timore degli uomini ci deve muovere! Come gregge di Cristo avete il diritto che la divina verità rivelata vi venga annunciata intera, inalterata e genuina. Io vigilerò affinché nessun errore, nessuna eresia si insinui nella dottrina e nella fede della chiesa di Munster. Né la lode degli uomini né il timore degli uomini me lo dovranno impedire.”

Sorretto dalla propria grande fede, dalla coscienza del proprio compito, dal sostegno dei suoi fedeli e dall’affidamento a Dio (si recava spesso in pellegrinaggio presso il santuario mariano più importante della propria diocesi, a Tegle), il vescovo Von Galen, soprannominato “il leone di Munster”, superò indenne e a fronte alta la dittatura nazista e venne proclamato cardinale da Papa Pio XII subito dopo la fine della guerra. Ancora oggi è un esempio e un incoraggiamento per tutti coloro che si battono per la verità anche quando questo comporta il rischio di pagare in prima persona.

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