Fu vera gloria?

B. è fuori dal Parlamento. Dopo vent’anni di caccia all’uomo, la sinistra italiana, incapace di batterlo alle elezioni, se lo toglie dai piedi per via legal-amministrativa.
A parte la quasi pura simbolicità dell’evento (B. in Senato non ci andava quasi mai e il rischio di arresto è basso), una considerazione va fatta: l’errore è suo.
B. esce dal Senato per una legge votata da lui e dai suoi, la celebre legge Severino. La si votò in pieno clima montiano e B., per una fatidica volta, cedette alla mentalità della nostra sinistra elitaria e moralista. Non se ne rese conto, facendo così capire la vera debolezza dei suoi vent’anni: l’istinto popolare giusto, ma un terribile vuoto di cultura (di affezione critica e sistematica al vero, non quella del sapere intellettuale).
La Severino è la legge dei moralisti dell’Europa nordica e B. non doveva proprio lasciarla passare. Al proposito, gli interventi legalisti di oggi in Senato sono esercizi raccapriccianti di ipocrisia. Vogliamo davvero il senso morale del nord Europa vincitore? Bene, allora prendiamolo tutto nel bene e nel male. Insieme all’intolleranza per i condannati vanno anche quelle per le raccomandazioni occulte, per i concorsi truccati, per qualsiasi forma di pagamento in nero (sì, anche per le ripetizioni del figlioletto e per la colf), per ogni lottizzazione di servizi (la Rai? Nessuno ne sa niente?). In positivo, l’Europa crea in ogni luogo spazi per disabili e famiglie, accetta il risultato dei concorsi di merito, ricambia davvero i leader perdenti dei partiti.
O ci danno tutto o forse potevamo tenerci anche B.

Torpedine

2 Risposte a “Fu vera gloria?”

  1. Eh, il moralismo fa miracoli. A proposito della presenza straordinaria dei senatori a vita, oltre a quella di Renzo Piano (si pensava che fosse un nome “architettato”) pare che sia stata vista aggirarsi nelle stanze di Palazzo Madama anche lei… Rita Levi Montalcini, che ha partecipato all’eccezionale votazione. E quando li rivedremo tutti insieme?

  2. Per anni il Parlamento ha negato le autorizzazioni a procedere nei confronti di onorevoli/senatori e nessuno si era mai scandalizzato. Purtroppo, la deriva giustizialista è arrivata al popolo e chi vuole i suoi voti (il PD) deve adeguarsi. Certo i leader politici dovrebbero indicare una rotta, una direzione, ma da quello che sta emergendo non si vedono figure capaci di “orientare” il popolo verso qualcosa di diverso da un becero moralismo e un giustizialismo che sa di stantio. L’unica parola d’ordine che sanno ripetere fino alla noia è: “rispettare le regole”. Certo che le regole vanno rispettate, ma non può diventare un Moloch a cui va sacrificato il vero bene del popolo.

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