Sul festival di San Remo

Cari amici della Spigola, volevo raccontarvi cosa ha cambiato ultimamente i miei giorni. In questi giorni alla tv si parla solo del “festival della canzone italiana”.  Sul palco dell’Ariston il festival ha visto salire Conchita Wurst(EL), l’uomo con le tette o la donna con la barba a seconda di come la si voglia vedere (la certezza è che Carlo Conti usava la parola  “personaggio” e lo chiamava Tom), la famiglia Anania con 16 figli e la semplicità e spontaneità di dire in diretta nazionale che è tutta opera dello Spirito Santo, l’allenatore della nazionale, Charlize Theron, bla, bla, bla… e la musica, lo scopo per cui il festival da anni si svolge, mi è sembrata molto deludente. Ma non avevo voglia di studiare e, proprio poco prima di cambiare canale, ascolto una canzone che ancora ora, mentre scrivo, ascolto incessantemente. Marco Masini (che ha composto l’unica canzone orecchiabile) sembra proprio voler cercare “il nesso tra ciò che accade (“…parli cinicamente / Niente vale niente / Ti vedo ma sei assente / Quasi trasparente. ”) e ciò che uno desidera (“riniziare a vivere”). Vi consiglio di ascoltare questa canzone facendo attenzione alle parti ritmiche: sarà che sono un maniaco di composizione e testo, ma è interessante come la batteria fa il suo ingresso nel brano nel ritornello, crescendo e toccando l’apice sulle parole “…come la prima volta”, sottolineando l’attesa di una svolta alla prima strofa malinconica. Ma è una malinconia che rappresenta un punto di ripartenza, un mal di vivere che fa venire a galla il desiderio “Di vivere che giorno è”. E poi c’è una frase (“Ti stai stufando anche te / Di non avere un posto”) che mi fa ricordare le parole di un amico in convivenza studio: “il livello più alto di libertà è essere legati a qualcosa di vero”. Ecco come, in questa malinconia di Masini, riecheggia il desiderio di appartenere, di avere un posto… di vivere davvero, di essere liberi! Il giudizio cruciale che mi permette di ripartire (il nesso di cui parlavamo prima) è capire la portata della questione, la posta in gioco: “Non stiamo mica giocando con questa eternità”. Un eternità che ha dentro di sé ogni cosa: dalla ragazza allo studio, dalla famiglia ai desideri di felicità, giustizia, libertà… un’eternità che ha dentro di sé tutto.

Che giorno è 
Ti stai annoiando di te 
Che parli cinicamente 
Niente vale niente 
Ti vedo ma sei assente 
Quasi trasparente 

Dimmi che giorno è 
Ti stai stufando anche te 
Di non avere un posto 
Un sogno che è rimasto 
E non sentire il gusto 
Del sole a ferragosto 

E no così non va 
Non stiamo mica giocando 
Con questa eternità… l’eternità 

Vivere cadere vivere e rialzarsi vivere 
Ricominciare 
Come la prima volta 
Dimmi che adesso t’importa 
E smettila di smettere 

Vivere ed amarsi vivere e lasciarsi vivere e
Riconquistarsi 
Come l’ultima volta 
In questa vita che ha fretta 
Di vivere che giorno è 

Che giorno è 
Se ti accontenti di te 
Se resti ancora a ieri 
A tutti quei desideri 
Pensieri con le ali 
Ma sempre e solo da domani 

E invece è tutto qua… è qua 
È come un appuntamento 
Con la casualità 

Vivere cadere vivere e rialzarsi vivere 
Ricominciare 
Come la prima volta 
Dimmi che adesso t’importa 
E smettila di smettere 

Vivere ed amarsi vivere e lasciarsi vivere riconquistarsi 
Come l’ultima volta 
In questa vita che ha fretta 
Di vivere che giorno è 
Che giorno è 

Dimmi che è il giorno perfetto, sì 
Per ritrovarci già, trovarti qua 
E riniziare a vivere. Io e te

Vivere ed amarsi vivere e lasciarsi vivere riconquistarsi 
Come l’ultima volta 
In questa vita che ha fretta 
Riapriamo ancora una porta 
E raddrizziamo la rotta 
Per vivere che giorno è

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