L’amicizia è eterna?

Ieri sono arrivate a Villafranca di Verona le reliquie dei beati Zelia e Luigi Martin, i genitori di Santa Teresina. Due santi meravigliosi, familiari, la cui “virtù eroica” è stata quella di educare alla fede i figli, costruire una famiglia cristiana. In questi giorni stanno viaggiando per mezza Italia, in preparazione della Giornata Mondiale delle Famiglie cui parteciperà anche il Papa tra poco meno di un mese.
Come si fa nel 2012 a mettersi in ginocchio davanti a un mucchietto d’ossa dentro uno scrigno? Puzza tanto di rito antico, quasi un gesto macabro, o al massimo superstizioso, legato a una mentalità e a una civiltà primitive. Penso invece sia uno dei gesti più belli che la tradizione cristiana regala alla nostra umanità.
La venerazione delle reliquie è uno dei gesti più antichi della cristianità. È un gesto cattolico (cioè universale) e ortodosso (cioè liturgico), che si è conservato fino a oggi appunto solo nella Chiesa cattolica e ortodossa. Tutte le altre chiese lo rifiutano. È un gesto che hanno letteralmente “inventato” i primi cristiani, conservando e venerando le spoglie mortali dei martiri, cioè degli amici che avevano dato la vita per Cristo, e per questo erano stati assunti nella gloria eterna del Paradiso. E Dio lo ha benedetto, preservando molte di queste spoglie dalla putrefazione naturale del tempo, un segno miracoloso dell’eternità, ma un miracolo terreno, nel tempo e nello spazio. La Chiesa, perciò, l’ha riconosciuto come un gesto di “pietà e religiosità popolare”, e l’ha tramandato fino ad oggi.
A ben pensarci è un gesto che fa capire molto bene cos’è il santo nel cristianesimo. Non è solo un esempio a cui ispirarsi. Per quello basterebbe una devozione intima, in cui il rapporto è definito attraverso un legame basato sul sentimento e sulla morale, anche nel loro senso più alto e profondo. Il santo è soprattutto uno a cui rivolgersi, su cui appoggiarsi, da pregare nel senso più carnale del termine. E le reliquie, infatti, si toccano, si baciano, perché la venerazione e la preghiera sono un gesto umano e razionale di domanda, e perciò inevitabilmente concreto e particolare, carnale e fisico.

Salmon Blues

Una risposta a “L’amicizia è eterna?”

  1. Forse l’amicizia non sarà … eterna, ma: “”Ciò che dovunque, altrove, è una frustrazione, qui non è che una dolce e lunga obbedienza; ciò che dovunque, altrove, è costrizione di regola, qui non è che punto di partenza e movimento di abbandono;
    ciò che dovunque, altrove, è una lunga usura e logoramento, qui non è che sostegno e occasione di crescita; ciò che dovunque, altrove, è confusione, qui non è altro che l’apparire sull’orizzonte della bella avventura.”
    … Questo brano di Pèguy realmente deve stabilire, indicare, come un traguardo di amicizia ideale, di convivenza ideale; deve indicare l’orizzonte di una umanità realmente , concretamente diversa nel modo di pensare, di sentire, di comportarsi

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