Andiamo al Largo!

Cari amici della Spigola,
il titolo porta un invito eloquente, soprattutto per un blog di pesci.

Il 4 maggio è stata dedicata a don Giussani una piazzetta nel paese vecchio di Termoli: “Largo don Giussani educatore”.
Quando vi trovate a Termoli andiamo al largo, appunto.
Per andare al largo, trattandosi di città di mare e di esperienza marinara, occorre una rotta e una barca adeguata.
Chi è stato don Giussani per me?
E’ stato un uomo attraverso il quale la vicenda umana di Cristo è diventata interessante e contemporanea.
Nel 1994 ha tenuto una lezione agli esercizi spirituali degli universitari che è rimasta nella memoria di molti per la semplicità e la potenza di linguaggio.
La lezione si intitola “Riconoscere Cristo”: in questa lezione invita tutti a fare un esercizio di immedesimazione.
Dice don Giussani: “Queste cose non si capiscono nel loro valore intellettuale rigoroso se non ci si immedesima, se non si cerca di immedesimarsi col cuore” e così per due ore e mezza ci ha mostrato chi è Cristo.
L’immedesimazione è un esercizio di fantasia, di intelligenza, di affezione in cui tutta la persona è coinvolta.
Qualche anno dopo don Carron, l’attuale presidente della fraternità di CL, in un incontro del 2003 (con Giussani ancora vivo) aveva detto di aver conosciuto don Giussani attraverso i testi, leggendoli parola per parola, ricercando nella propria esperienza il contenuto di ogni singolo aggettivo che Giussani riportava nei testi, indicando quindi chiaramente il metodo alla portata di tutti per conoscere Giussani.
Don Giussani ha sempre ricordato che a 13 anni, leggendo “per la millesima volta” il prologo del Vangelo di san Giovanni in cui l’evangelista dice che “il Verbo si fece carne”,  ebbe l’intuizione che la bellezza si è fatta carne, la giustizia, la verità si è fatta carne.
La bellezza, per cui tutte le forme di bellezza richiamano a Cristo: la bellezza della letteratura, della musica, dei paesaggi di montagna, l’ordine.
Quali autori preferiva? Leopardi e Beethoven sono quelli che mi hanno colpito di più.
Da quando Carron ci ha detto come leggere Giussani ho iniziato a imparare a memoria, come base per l’immedesimazione, sia le pagine di Giussani che le poesie di Leopardi e le sinfonie di Beethoven e durante la giornata accade sempre qualcosa che richiama un pezzo di Leopardi o un brano di Beethoven o qualcosa che Giussani ha scritto, chiarendo il significato degli scritti e della circostanza particolare.
I testi di don Giussani più importanti per la vita del movimento sono i testi del “Per Corso”, nati dal dialogo con i ragazzi delle scuole superiori dove insegnava religione a Milano: “Il Senso Religioso”, “All’origine della pretesa cristiana”, “Perché la Chiesa”.
Per andare al largo, abbiamo quindi una rotta: l’immedesimazione e lo studio sistematico dei testi di don Giussani.
La barca adeguata sono tutti coloro che, feriti dalla bellezza come don Giussani, sono disponibili a fare questo lavoro: la responsabilità di portare la memoria del carisma di don Giussani è di tutti e si alimenta nel paragone vicendevole di questo lavoro di lettura sistematica e di immedesimazione.
Prima della cerimonia di dedicazione c’è stata la celebrazione della s. Messa nella cappella privata del vescovo in Episcopio, presieduta da Sua Eccellenza.
Il vangelo era quello in cui i discepoli incontrano Gesù che cammina sulle acque e pensano sia un fantasma (beh, vorrei vedere voi!) e sono atterriti per la tempesta in atto e per questa figura che si avvicina alla barca, allora Gesù dice “Sono io, non temete”: sale sulla barca con loro e subito le acque si calmano.

Quindi, cosa temere?
Andiamo al largo!

Tonno subito