Charlie Hebdo: Non sono d’accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee

Voltaire (François Marie Arouet)

Ciò che è successo a Parigi è terribile e mi fa preoccupare per alcune ragioni di fronte alle quali è urgente non rimanere indifferenti.
Due terroristi armati con kalashnikov, che parlano perfettamente francese, hanno tolto la vita a quattro fumettisti di un giornale satirico francese, sicuramente non blando nelle sue posizioni e forse anche estremo (ma questo è un altro piano del discorso).
Prima ragione: mi spaventa la non consapevolezza della gravità del fatto e della potenza disumana dell’azione degli estremisti islamici; della loro organizzazione e del loro programma preciso e violentissimo nei confronti di qualsiasi forma libera di espressione umana.
Mi preoccupa che ciò accada all’interno di una società europea (perché dir cultura sarebbe forse dir troppo di questi tempi) promotrice di posizioni iperlaiciste e pluraliste, che però sembrano provocare solo un’esasperazione di violenze ideologiche.
Chissà come sono andati a lavorare quella mattina quelle persone? Chissà le loro mogli, i loro figli, i loro amici? Ieri pomeriggio, mentre lavoravo, pensavo a questo e sorgevano queste domande in me, segno del fatto che vi è un legame tra me e loro, una vicinanza, un desiderio di abbraccio umano a loro e ai loro cari, uno struggimento per la loro vita e per il destino di ogni uomo, per il gusto della libertà in ogni uomo, che è precisamente quel che l’estremismo dell’Islam non tollererà mai, e in nome di una idea, vuole estirpare: la libertà dell’uomo.

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