Cronache dalla tempesta: dopo la neve cosa resterà?

Il Sindaco di Leonessa (Rieti) ha emanato un’ordinanza di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado sine die, cioè ad oltranza, sino a che non verranno effettuati tutti i controlli possibili e immaginabili agli edifici per metterli in sicurezza dai terremoti.
Il Sindaco giustifica la sua decisione sulla base del comunicato della Commissione Grandi Rischi che ha affermato di non poter dichiarare conclusa la scia sismica in centro Italia, con possibilità di eventi anche di grande importanza.
Tradotto: potrebbe esserci un altro terremoto forte, molto forte, prima o poi da queste parti.
Comunicazione inutile e ridondante, dicono alcuni, procurato allarme per la popolazione, sostengono altri, ma che davvero vi aspettate qualcosa di diverso, dico io.
Sono passati appena 4 anni da quando i membri precedenti di questa stessa Commissione venivano condannati per disastro e omicidio colposo dopo il terremoto de L’Aquila e sulle conseguenze “immateriali” di quella vicenda avevo già parlato proprio qui su La Spigola: se si pretende che la scienza ci salvi da tutti i rischi più o meno connessi agli eventi naturali l’unico risultato che avremo sarà un eccesso di prudenza prossimo alla paralisi.
Come accaduto a Leonessa dove, comprensibilmente, il Sindaco non vuole finire nei fascicoli della Procura di turno, probabilmente anche animato da una genuina preoccupazione per i suoi concittadini (nei paeselli sono tutti parenti in fondo) ma, in tal modo, del tutto ignavo su due conseguenze dirette di questa decisione.
La prima, di ordine pratico, riguarda e riguarderà gli studenti stessi che già da un mese non vanno a scuola, con sempre meno gioia anche da parte loro e crescente frustrazione da parte dei genitori; il problema non è appena la difficoltà di collocare/gestire giornalmente tutti i minorenni ma il fatto stesso di impedirgli la frequenza scolastica: se la scuola non è solo il babysitter statale ma un vero centro educativo (ma lo è davvero?) allora il solerte sindaco dovrebbe cercare, nel contempo, luoghi e soluzioni per permettere ai ragazzi di continuare le attività. Se la sicurezza apparente è più importante dell’educazione alla fine il problema sarà ben più grave di non aver imparato bene le tabelline.
Seconda conseguenza che questa ordinanza tralascia, insieme a tutti i commentatori che stanno dicendo la loro su quello che sta succedendo in Abruzzo, è che potremmo prepararci al meglio contro ogni evento ma questo non ci mette davvero al sicuro dalla forza della Natura che può travolgerci in un attimo così come dal dolore e dalla morte.
Quindi ci arrendiamo ad un cinico fatalismo?
No, evidentemente no.
Siamo fatti per sperare contro ogni speranza, come dicevamo con alcuni amici, avendo incontrato l’impossibile che è già accaduto nella storia: un uomo che è risorto.
Il che non vuol dire che la cosa fili liscia come l’olio.
Ci sono tentennamenti e dimenticanze e, a volte, questa speranza sembra debba esistere solo in virtù della mia personale forza morale, che non ho, quindi è un problema.
Poi mi ricordo che non sono mai da sola, davvero, e che una compagnia cristiana così è l’unica cosa che può sostenere una speranza così assurda che non si ferma davanti alla morte.
E per questo, quando la neve si scioglierà, abbiamo un appuntamento a Loreto con una Signora molto potente da ringraziare per non averci, comunque, mai lasciati soli nella tormenta.

Ostrica