Della politica

Silvio Magliano, 31 anni, è stato eletto come segretario del PdL della città di Torino. È intelligente, intraprendente, cattolico. Quando lo si dice ai ben pensanti – sempre laureati e dottorati, sempre di sinistra, sempre ben piazzati – storcono il naso. Il riflesso nasale è dovuto al fatto che il partito sia il PdL, il partito di Berlusconi, dei ladri e delle prostitute. Ma anche al fatto che la politica è una “cosa sporca”, a meno che non vi si arrivi da tecnici salvatori della patria. Allora va bene, anche se non bisogna rimanerci troppo, altrimenti cominceranno anche per loro le critiche.
Il fatto è che “fare politica” vuol dire avere a che fare con gli interessi, e gli interessi sono sempre sporchi. Dal sesso al paradiso qualsiasi motivazione che sia un interesse non va bene: è l’eredità di Kant che dice che la ragione deve avere sempre “le mani pulite”.
Silvio invece si candida, e vince, perché è intelligente, intraprendente e cattolico. Tre sporchi motori di interesse che ci fanno sperare che le mani se le sporchi il più possibile, per i suoi interessi e per quelli altrui, sicuri che ciò che interessa davvero a un uomo – se è davvero uomo e se c’è qualcuno che glielo ricorda – porta ad affrontare la stessa necessità per tutti.
È la grande alternativa che Pavese, pure lui laureato-dottorato-ben piazzato-di sinistra ma leale (ogni tanto), aveva capito:
“Consolante pensiero: non contano le azioni che facciamo, ma l’animo con cui le facciamo. Cioè: soffrano pure gli altri, tanto non c’è altro al mondo che sofferenza: il problema è solo come portare una coscienza pura. E ciò sarebbe la morale. Idiota e lurido Kant – se Dio non c’è tutto è permesso. Basta con la morale. Solo la carità è rispettabile. Cristo e Dostojevskij, tutto il resto sono balle” (Il Mestiere di vivere, 25/1/1938).
La politica è una carità e spero che Silvio la faccia 24 ore su 24, che ne faccia cioè una professione.

Torpedine