Disordine o speranza. L’importanza del piede destro.

Cari amici della Spigola, come passa il tempo! Eravamo in estate ed è già arrivato l’autunno (però non fa tanto freddo, è l’umidità che t’ammazza). A voi com’è andata l’estate? Io ho avuto modo di fare alcune considerazioni sul disordine, l’illusione, la speranza e l’importanza del piede destro…

Disordine o speranza. L'importanza del piede destro.
Un paio di scarpe – Vincent Van Gogh

Il primo giorno di ferie, a settembre, ho avuto una distorsione con frattura del piede destro (pinna, per la precisione). Dopo 20 gg ho fatto una lastra e ho scoperto con stupore la frattura (noi tonni resistiamo al dolore più di altri pesci tzè, tzè) e dopo altri 20 gg di tutore, con trepidazione ho scoperto che si è formato il callo osseo e che quindi il processo di guarigione è avviato.

Esperienza banale che apre a 3 considerazioni a più ampio raggio.

  1. La prima considerazione è che non abbiamo in mano tutti i fattori della realtà fisica: cosa vuol dire? Termodinamicamente e quindi inesorabilmente, tutte le trasformazioni fisiche, chimiche, biochimiche, evolvono verso un maggiore grado di disordine. Ad esempio la frattura conseguenza di una distorsione è un dato fuori controllo: io desidero fare le ferie ma… imprevisto. Secondo esempio: non era scontata la guarigione nei tempi e nei modi in cui si è poi manifestata perché la frattura era semi – scomposta per cui i due frammenti potevano essere ad una distanza troppo grande per formare il callo osseo e sarebbe stata necessaria l’applicazione di una vite. Quante variabili abbiamo individuato? Miliardi: tutti gli elementi corpuscolati del sangue e del midollo implicati nel processo riparativo, gli ormoni, il processo di sintesi, l’obbedienza alla regola imposta dall’ortopedico ecc. ecc. Da ultimo, l’ultimo processo di disordine e corruzione cui va incontro il nostro corpo è il disfacimento dopo la morte (e qui ci mettiamo una bella pietra sopra).
  1. La seconda considerazione conseguente alla prima è che si avverte una tensione, una forza contraria al disordine termodinamico. Questa forza vuole l’ordine ed è una forza che non è soggetta alla corruzione. Più in generale vuole la felicità. Diamo il nome più neutrale possibile a questa forza, chiamiamola leopardianamente “illusione“.
  1. La terza considerazione conseguente alla seconda è una evidenza. Come fa ad essere un’illusione una forza che modella la realtà al fine di ridurre il processo di disgregamento e di disordine? Magari non è conoscibile direttamente ma se ne vedono i segni. Ad esempio tutti i lavori dell’uomo in tutti i campi hanno come scopo comune la costruzione di un ordine che aiuta l’uomo: il panettiere trasforma il grano coltivato dal contadino in pane, il muratore costruisce la casa per preservarci dai rigori dell’inverno, il chimico sintetizza il farmaco per aiutare il corpo a superare una malattia, il chirurgo taglia e cuce per aiutare dove il corpo non riesce nel processo riparativo. Tutti questi tentativi sono sufficienti? No, evidentemente: il pane può bruciare, il grano può marcire, la casa può crollare, l’impianto chimico può scoppiare, il chirurgo può tagliare il piede sbagliato (eh, ma che sfiga però!). Dunque esiste ancora una sproporzione tra desiderio e realtà. Perché? Ho una teoria in merito ma ne parleremo un’altra volta. Restiamo sulla sproporzione: la realtà è dominata da una ferita, il cui segno è il disordine appunto. La Chiesa chiama tale ferita “peccato originale”. Questa ferita non riguarda solo la realtà “sensibile” ma anche il nostro desiderio di bene: come diceva san Paolo “Quando voglio fare il bene, il male è accanto a me”. L’avvenimento assolutamente imprevedibile e senza paragoni è che in un punto dello spazio e in un momento storico, l’Autore della vita si è incarnato nel Seno di una Vergine, è morto ammazzato dagli uomini e nonostante questo è resuscitato (anche qui varrebbe la pena spendere 2 parole in senso termodinamico), e continua ad essere fisicamente presente nel mondo attraverso la Comunità dei suoi amici che sono diventati l’espansione del Suo Corpo (sì, proprio quel corpo crocifisso). A quest’uomo, che si chiama Gesù Cristo e a sua Madre che si chiama Maria (“Piacere, come va in famiglia, tutti bene?”) ci si può rivolgere per chiedere che le cose (quelle materiali) si muovano in modo tale da non nuocermi. Quando questo accade, la Chiesa lo chiama “miracolo”. Ammetterete che anche come ipotesi c’è una bella differenza tra vivere dominati dal disordine o vivere dominati dalla speranza.

Bene, fine delle considerazioni ad ampio raggio, torniamo a quelle a medio – breve raggio: vado a comprare il pane… sperando che non sia bruciato, poi passo in farmacia a prendere l’aspirina sperando che l’impianto chimico non sia esploso, e per finire passo dal mio medico ottuagenario duro d’orecchie “BUONGIORNO dottore, sì, grazie, ma io avevo detto PIEDE PENDENTE non avevo detto ESTRAZIONE DEL DENTE…”

Vabbè… Tonno Subito, spero.

 

Tonno Subito