Fantasia o realtà?

scuola

Conversazione, su Facebook, con un mio prof del liceo, nata da un suo commento a un link sull’insegnamento, dell’associazione “I bambini di Antonio Gallo” :

Prof: «Adesso i ‘bambini’ Antonio Gallo se lo mangiano con le patatine». (Per la cronaca: Antonio Gallo è un ragazzo morto subito dopo la maturità e l’associazione è stata voluta dai suoi genitori).
Io: «Si spieghi meglio, prof!».
Prof: «Dicevo che adesso di quei ragazzini belli composti, educati, ne esistono pochi, domandalo ai/alle prof».
Io: «Non ho dubbi, suppongo sia una bella sfida! Devo dire che ho incontrato prof che invece sono capaci di dire cose talmente interessanti, da creare un silenzio straordinario. L’ha letto “Diario di scuola”, di Pennac? “Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia”».
Prof: «La realtà è la pratica, la fantasia, a volte, sta nei libri, da quanto tempo non entra in classe Daniel Pennacchioni?»
Io: «Beh, non lo so, ma so che a dicembre sono entrata io in una classe. Anzi, erano almeno un paio, in autogestione, e il preside li aveva “costretti” a svolgere delle attività decise dagli insegnanti. Quindi può immaginare la loro attenzione. Un docente universitario ha proposto loro una guida all’ascolto: parliamo di musica classica! All’inizio nessuno era attento, c’era confusione e ognuno pensava ai fatti propri. A un certo punto qualcosa è cambiato: silenzio e domande! Certo, non entro in classe quotidianamente e posso solo intuire quanta fatica faccia un docente. Ma spesso noi studenti, col nostro disordine e con la nostra prepotenza, abbiamo solo bisogno di vedere uno che ci accolga, che ci provochi, ovvero che ci voglia bene, che riconosca il nostro potenziale, anche se molto nascosto, e se ne prenda cura! Per fortuna ho incontrato gente così! E le assicuro che non solo sto crescendo, ma vedo persone su cui nessuno avrebbe scommesso, cambiare totalmente! Non si arrenda, perché è troppo facile pensare solo ai bravi, e a quelli educati. Ma tutti abbiamo bisogno di maestri, soprattutto chi non sa cosa sia il rispetto».

I ragazzi che conosco non corrispondono alla sua descrizione: sono alla ricerca di qualcosa (o Qualcuno!) che dia davvero senso alla propria vita; pieni di domande, appassionati, mossi dal desiderio di capire e da grandi ideali, a cui alcuni adulti purtroppo non credono più. E questo mi ricorda quanto possa cambiare la vita grazie a un incontro che la renda più interessante, più umana e che permetta di guardare la realtà con occhi nuovi, diversi, colmi di speranza. E, se avviene, quanto sia pressante l’esigenza di comunicarlo (anche se attraverso un social e a un prof che non vedi da dieci anni e di cui non hai molta stima). “Nella vita succede sempre così. Guardi, scruti, osservi, ma non vedi. Per vedere servono persone speciali […] E serve che quelle persone siano con te” (Simone Bellucco). La cosa più bella è che quella che lui chiama fantasia è realtà, esperienza, vita vera, grazie proprio alla presenza di persone così speciali!

Alborella