Gloria dei “ridens” homo?

Cari amici della Spigola,
stamattina guardavo i giornali alla ricerca di qualche bella notizia ed ho trovato questa:

www.corriere.it – Il ragazzo dalla pagella perfetta

Premessi i complimenti a questo giovane diciottenne, ci pensate?
Un ragazzo modello, bravissimo in tutte le materie, idee chiare sul futuro, è apprezzato da tutti e segue anche gli adolescenti all’oratorio (quindi è cattolico).
Frequenta il liceo Berchet a Milano (lo stesso di Giussani, sottolinea la giornalista).
Proprio questa sottolineatura mi ha fatto drizzare i baffi per la stupefacente similitudine con un episodio analogo accaduto nel 1954 proprio in quel liceo, proprio a don Giussani, e proprio con un ragazzo bravissimo come il protagonista di questo articolo.
L’episodio è riportato su diversi libri e interviste di don Giussani, io preferisco questa dal libro “Don Giussani vita di un amico” di Renato Farina:
“A lezione in Cattolica citava sempre il caso dello studente poveretto di Azione Cattolica e delegato aspirante della parrocchia San Pio V. Tutti dieci. Aveva bene in vista la spilla dell’associazione. Era stimato da tutti. Don Giussani lo chiamò e lo esortò: “Tu dai gloria solo a te stesso, che per te non dovrebbe contare niente, vieni con noi e comincia a desiderare anche la gloria di Cristo. Venendo con noi aiuteresti la visibilità di Cristo nella scuola. Adesso tutti ti lodano, ti stimano, dicono che hai idee diverse dalle loro, ma sei innocuo. E così da buoni liberali ti dicono quello che il liberale dice di ogni uomo che riesce”. Giussani un po’ come Gesù di fronte al giovane ricco incontrò uno sguardo amaro. Sperava in un elogio. Gli diceva di abbandonare tutto per avere il centuplo. Era ricco. “Infatti non venne mai”. Quel ragazzo non capiva, o forse capiva troppo bene: preferiva il cristianesimo assorbito nella morale, qualcosa che si esaurisce nel fare il proprio dovere. La santità consisteva nell’eccellere in questo. Balle. Senza amore non si fa nulla. Un cristianesimo come norma e non come storia d’amore è illusione come tutte le ideologie”.
Diverse domande mi sorvolano la mente da stamattina: io che non ho la forza morale e l’intelligenza di questo ragazzo sono tagliato fuori dalla santità? Cosa è la testimonianza cristiana? L’incontro con Cristo mi rende cittadino modello? Secondo quali regole? Chi è il santo? Uno come Zaccheo si sarebbe convertito se avesse incontrato questo ragazzo? La morale cristiana, la difesa della vita, la difesa della famiglia, la libertà di educazione, giudicare la libertà di una nazione a seconda della libertà che ha la chiesa locale, la condanna delle ideologie, la giustizia sociale, omosessualità e sacralità del matrimonio così come sono descritti nel catechismo della Chiesa Cattolica ecc. ecc. Questi criteri che sono da veri cristiani, sono anche da buoni cittadini?
Vabbè, vabbè, scusate le domande non volevo appesantirvi.
Spero almeno che nel giudizio finale ci sia speranza anche per me…

giudizio_finale

Tonno subito