Il secondo piano

Questa mattina, come tutte le mattine, mi trovavo sul mio treno per andare a lavorare. E’ la “normale” routine di noi poveri pesci pendolari che ci troviamo a doverci spostare tra le correnti marine. Ormai ci conosciamo quasi tutti, ma ogni tanto arriva qualche “new entry”. Questa mattina sono entrati, in una fermata intermedia, una mamma ed un bambino. Il nostro treno non è tra i più grossi e confortevoli, e al loro ingresso quasi tutti i posti erano già occupati. Quando il bambino si è accorto che non c’erano posti, si è girato verso la mamma e ha detto: “Mamma! Andiamo al secondo piano!”. Anche se in prima battuta sia io che alcuni che eravamo lì vicini siamo scoppiati a ridere, sono rimasto colpito dal suo semplice desiderio di volersi sedere con la mamma. Infatti, trovati “miracolosamente” due posti, lui si è seduto, ed ha subito chiesto alla mamma: “E tu dove vai adesso?”. La mamma gli ha risposto: “Sto qui vicino a te”. E appena si è seduta pure lei, il bimbo si è messo a sorridere tutto contento per quel desiderio soddisfatto.
Questa “normale” mattina è accaduto qualcosa: guardando il sorriso di quel bambino, ed anche quello di una mia amica lì vicino che ha osservato la scena (e che non avevo mai visto sorridere in quel modo), mi sono riaccorto che anche io, la mia amica, tutti, siamo fatti per essere felici, siamo strutturalmente creati per desiderare tutto (a partire dal posto a sedere quando il viaggio è lungo). E la semplicità di quel bambino mi ha mostrato che non c’è da aver paura, quando si ha Uno che ti vuole bene a cui chiedere.
Tra l’altro quell’Uno una volta disse: “Se non ritornerete come bambini…”.

Squalo