Il voto dei cattolici

Sui giornali di questi giorni si discute su dove sia finito il voto dei cattolici. La discussione ha dell’ironico. I giornaloni importanti hanno sempre deprecato l’ingerenza del cattolicesimo nella vita civile e sociale. Adesso che i loro pupilli, normalmente del PD, perdono, si chiedono dove siano i cattolici. Ma, signori, è stato predicato per anni il mantra che i cattolici non possono votare insieme e per appartenenza, perché sarebbero una lobby, ma devono invece fare percorsi individuali. La religione è un fatto individuale che si riverbererà come comportamento morale e cristallino nella vita sociale. Quindi, dove volete che siano finiti i voti dei cattolici? Chi ha preso sul serio il mantra vota per quelli del comportamento onesto, che non sono più quelli del PD ma i 5S. Gli altri, i pochi, che non credono al mantra del voto individuale, si sono divisi secondo l’accento della dottrina sociale che preferiscono: la comunità di S.Egidio che sottolinea la giustizia sociale ha votato per il PD, quelli del family day hanno votato per il centrodestra, facendo pagare a Renzi le scelte che ritengono li abbiano offesi.

Non è dunque che i cattolici non esistano più, ma che sono stati resi quasi del tutto inefficaci attraverso una concezione individualista del cattolicesimo. Ma quelli che ci sono, pur in minoranza, resistono e quelli che hanno votato centrodestra hanno persino partecipato alla vittoria delle elezioni, a prescindere dalle future maggioranze parlamentari. Se poi continueranno a ragionare a partire dalla dottrina sociale, troveranno anche il modo di esprimersi meglio socialmente perché alla lunga la verità tende a vincere.

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