Lo “Scarabeo” di Firenze

L’autore, Michele Giuttari, dopo aver lavorato nella squadra mobile di Firenze occupandosi dei delitti del “mostro” ha iniziato la carriera di scrittore producendo questo romanzo in cui ci mostra i metodi investigativi della polizia, di cui è evidentemente un esperto.

L’Alter ego dello scrittore, il commissario Michele Ferrara, per nulla intimorito da una serie di lettere minatorie che minacciano morte, indaga su una serie di delitti ricomponendo, mano a mano, le tessere di un complicato puzzle.

Ambigui personaggi, legati al traffico di antiquariato, alla mafia calabrese e all’ambiente ecclesiastico, si intersecano “in una città malata, che marcisce sotto il peso dell’apparenza.” Ferrara nei suoi abituali percorsi nella città vecchia, sul Lungarno e Ponte Vecchio, permette a Giuttari di formulare un chiaro giudizio su questa splendida città d’arte: Firenze da un lato, come una cortigiana d’altri tempi, si offre generosa ai turisti, dall’altro si chiude a riccio dentro i palazzi patrizi, gelosa della propria intimità.

Alla fine mentre l’enigma degli omicidi viene risolto, la misteriosa Firenze, pregna di segreti e di silenzi, continua ad ammaliare col suo fascino i visitatori convocati da ogni angolo della terra.

Pesce Palla