Maschio e femmina li creò

Ieri mattina, mentre il Papa – portando i tradizionali auguri di Natale alla curia romana – tornava a parlare di valori non negoziabili, quali quello della famiglia fondata sul rapporto tra uomo e donna, in una delle mie due terze, a conclusione di un lavoro durato alcune settimane su pubertà, sessualità e riproduzione, Irene è intervenuta dicendo (abbastanza testualmente): “Non mi piace come sto diventando. Avevo desiderato cambiare aspetto per essere guardata dai ragazzi, ma i miei nuovi “accessori” non sono come quelli delle ragazze che vedo in tv. Quando, però, ho cominciato a capire che quello che ho e che sono serve anche a qualcosa di diverso oltre che ad essere guardato, ho cominciato a provare una certa tenerezza per il mio corpo così com’è.”
In questi anni ho cercato di insegnare a Irene & C. che in natura tutto ciò che c’è è funzionale allo scopo, e che da questo nasce la perfezione, cioè la bellezza del singolo e la straordinaria armonia dell’universo.
Mentre la guardavo parlare, scoprivo con gratitudine che Irene non è fatta per esibire la propria femminilità con sfrontatezza, né per negarla (né Minetti, né Merkel), ma per diventare una donna grata della propria fecondità che, comunque avrà modo di esprimere, sarà sempre dono di sé al mondo.

Alice