Padre Luigi Russo, parroco tanto amato da molti fedeli, è scomparso prematuramente dopo una grave caduta all’interno del Santuario “Santa Maria della Vittoria” a Termoli.
La tristezza e lo sgomento sono immensi.
Ho sentito diversi amici cercare conforto nella filosofia e nel ragionamento.
In queste circostanze le domande sono sempre le stesse e arrivano puntuali non appena il dramma torna a farci visita:
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ma perché?
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com’è possibile che sia accaduto proprio a lui che aveva ancora in cantiere tanti progetti per fare il bene del prossimo?
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come mai le nostre preghiere non sono state ascoltate?
In passato tragedie come questa hanno risvegliato anche me dal torpore dell’abitudine e per settimane venivo tartassato dalle stesse domande, ma questa volta ho deciso di arrendermi di fronte all’evidenza che forse l’unico senso di questa morte è che esiste la libertà (libero arbitrio degli uomini ma anche libero svilupparsi degli eventi) e in questo caso specifico Padre Luigi ha perso l’equilibrio e le sue scarpe hanno avuto la libertà di obbedire alle leggi della fisica e di catapultarlo tragicamente a terra…
Di fronte a questa evidenza ho scelto di compiere due azioni:
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riconoscere l’esistenza del mistero;
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pregare per la salvezza mia, dei miei cari e di Padre Luigi.
Questa volta non “perderò tempo” a interrogarmi, bensì a mendicare il dono di trasformare la vita intera in preghiera perché mi piace pensare a Padre Luigi un pò come al giovane (San) Luigi Gonzaga che, mentre giocava a palla, alla domanda “Se ti dicessero che tra venti minuti ci sarà la fine del mondo, cosa faresti?” rispose “Continuerei a giocare a palla”.
Padre Luigi ci ha lasciati mentre faceva ciò che ha fatto per una vita intera: costruire la Chiesa fatta di persone e curare la chiesa fatta di mattoni.
Anguilla