Che fare?
Ritornare a considerare l’importanza della funzione e dell’autorità dello stato come legittimo rappresentante del popolo. Trovare nuove forme di armonizzazione tra potere finanziario, diritto d’impresa e diritti dei cittadini. Prendere sul serio lo studio dei fondamenti dell’economia, capire di più cosa è accaduto negli ultimi quarant’anni, ritornare a mettere a tema la critica al neoliberismo e cominciare a pensare altrimenti.
Non si tratta semplicemente di un ritorno allo statalismo anni 50 ma a un suo ripensamento sulla base delle esperienze governative degli ultimi 60 anni.
Io poi personalmente ritengo che gli obiettivi politici di chi ha a cuore la democrazia non possano prescindere da un ritorno (attualizzato) agli ideali nati dalla resistenza e che richiedono (in tempi e modi da concordare) :
- il ritorno alla sovranità monetaria (n.b. che non vuol dire necessariamente uscita dall’euro ma ridare i poteri ai governo e non alla BCE ricentrando le politiche monetarie sulla piena occupazione)
- il ripensamento del sistema informativo (media) con ritorno a nuove forme di lottizzazione dell’informazione. Il termine è brutto ma la sostanza è l’unica in grado di garantire una dialettica democratica. Auspico almeno un ritorno a un sistema misto.
- Il ritorno al finanziamento dei partiti al fine di non lasciare la rappresentanza politica in balia dei gruppi di potere economico
- la nazionalizzazione delle risorse e servizi di base (istruzione, infrastrutture, sanità, energia, difesa) nel rispetto della sussidiarietà ma mantenendone la supremazia pubblica
- Il ritorno all’intervento dello stato in economia (partecipazioni)
Tutti temi largamente fuori moda ma che ritengo necessario ritornare a prendere in considerazione in nuove forme.
Grazie per la pazienza e per eventuali contributi alla discussione.
Pesce martello