Giorni fa mi sono imbattuta in un post di Saviano riguardo la manifestazione da parte delle donne polacche in tema di aborto. Riporto alcune frasi (il testo integrale è disponibile sul profile FB di Saviano).
“Scegliere di abortire non è commettere un omicidio, ma esercitare un diritto inalienabile.
Sono giovani, sono donne, sono polacche e lottano per i loro diritti. La cosa che mi stupisce più di tutte è che quando faccio questo genere di post, molte donne, moltissime ragazze, rispondono che “aborto è omicidio”. Queste ragazze non sanno che ciò che ha portato alla legge sull’aborto che oggi abbiamo in Italia sono state le sofferenze immense subite da chi abortiva clandestinamente. Queste storie le vostre nonne le conoscono ma non ve le racconteranno mai per non farvi soffrire, per proteggervi. Sappiate, però, che mai legge fu più necessaria di questa perché le conseguenze del sesso, per la donna, non costituissero l’ennesima tortura.”
Ho letto queste righe in giorni molto duri dove io e mio marito abbiamo perso un piccolo angioletto dopo poche settimane. Appena ho letto l’articolo per la prima volta non mi sono innervosita e non ho provato rabbia nei confronti della persona che lo ha scritto, ma ho provato due sentimenti distinti: 1. una grande gratitudine per la storia cristiana incontrata nella mia vita e che ad oggi mi fa guardare il presente e al futuro con speranza e gratitudine, gratitudine per essere stati ed essere tutt’ora dei genitori, che hanno accompagnato verso il suo Destino buono come gli è stato chiesto e con tutto loro stessi (sintomi gravidanza compresi) questo piccolo essere, nonostante per molti un embrione alla 7 settimana non rappresenti niente! 2. Un senso di pietà (inteso come pietas: ciò che induce amore) per quelle donne che manifestano per il diritto di decidere come e quando essere madri.
Per anni, da biologa mi sono battuta (anche violentemente) per affermare la vita in tutte le sue forme, e ciò che ho capito in questi anni è che porre la questione prettamente sul profilo scientifico non cambia il cuore della gente e soprattutto non cambia il mio, perché aspettare che sia la scienza ad affermare una verità è come sperare che la politica risolvi tutti i problemi dell’umanità, non risponde e genera solo più rancore e cinismo!
Perciò ho provato a guardare la mia vita, la mia esperienza prima di studente, ora di moglie e mi sono chiesta: “cos’è che può aiutarmi(ci) a capire che la vita non è un diritto? E se lo fosse, basterebbe per sentirmi libera? Basterebbe a togliere la drammaticità della vita? Mi farebbe sentire meno discriminata come donna?”.
Io rispondo per me, e guardando la mia vita capisco alcune cose: se non avessi incontrato la Verità (che ha un nome: Cristo) molte circostanze dolorose e gioiose della mia vita non avrei potuto affrontarle senza morirci dentro, per cui pensare che la mia vita è un rapporto continuo con Qualcuno che sceglie di volermi ora mi permette di percepire la mia vita e quella del piccolo che ho portato in grembo come un regalo, e il regalo per sua natura non è scontato o dovuto! E cosa permette di accettare un regalo anche se poco gradito o immaginato diversamente? Conoscere carnalmente chi ti fa quel regalo e sentirti amato da quel volto! Allora questo diventa il punto di forza della vita, che permette di voler bene sul serio e di essere amica, moglie e madre 100 volte di più di come saresti capace tu!
Questa Verità ha bisogno di essere sostenuta da una compagnia che ti richiami all’ideale della vita, altrimenti la realtà con la sua durezza, e il mondo con la sua potenza ti distruggono.
Per cui concludendo ringrazio mia nonna e mia madre, due donne che nella loro vita non sono mai scese in piazza e non hanno dato la vita per sostenere un “falso diritto di emancipazione sociale” ma che mi hanno testimoniato cosa sia dare la vita per il proprio compito di moglie e madre. Come dice bene Paul Claudel “Forse che il fine della vita è vivere?(…) Non vivere ma morire e dare in letizia quel che abbiamo.” (Annuncio a Maria) che invito a leggere per capire cosa sia la vera libertà e la vera emancipazione della donna.
Pesce (giallo)Rosso