Controversie storiche

Alla veneranda età di 93 anni è morto oggi Ernst Nolte, uno storico e filosofo tedesco allievo, tra gli altri, di Martin Heidegger. Al pari di Eric Hobsbawm, altro notissimo storico contemporaneista scomparso nel 2012, Nolte fa parte di quelle persone più citate che lette. Eppure, a differenza di quanto accaduto allo storico inglese di scuola marxista, per lo storico-filosofo tedesco non c’è spazio per una sua esaltazione postuma, né – tantomeno – per una sua mitizzazione. Egli infatti, come titola prontamente Repubblica.it oggi, è da sempre accusato di essere “il principe dei revisionisti”, ovvero dei negazionisti. Le due cose non coincidono per niente, ma se la revisione di per sé necessaria allo storico riguarda lo studio del nazismo (e del fascismo) allora una rilettura diversa da quella ufficiale è bandita.
Ernst Nolte dal canto suo, nel 1986, all’interno del dibattito storiografico chiamato “controversia degli storici” suscitò un certo scalpore in quanto fu tra i primi a rifiutare l’idea che prima di un’analisi storica del Nazismo la storiografia tedesca avrebbe dovuto fare autocritica per quanto successo, o non ne avrebbe dovuto parlare. L’anno successivo lo storico tedesco pubblicò un libro dal titolo La guerra civile europea, 1917-1945. Nazionalsocialismo e bolscevismo, in cui affermò – in estrema e superficiale sintesi – che il Nazionalsocialismo tedesco, lo sterminio di razza ed Auschwitz siano stati una reazione all’affermazione bolscevica, allo sterminio di classe e ai gulag. Sostenne inoltre che il bolscevismo e il nazionalsocialismo non furono mai contrapposti nei loro presupposti ideali tanto che, proprio nel momento in cui i due totalitarismi si stavano affrontando militarmente, si pervenne ad uno scambio di caratteristiche.
Queste tesi, contraddicendo larga parte del pensiero unico, furono immediatamente messe al bando insieme e l’autore fu costantemente ostracizzato. A distanza di anni, nonostante un’edizione dai toni più soft del suo libro (1997), ancor oggi le sue parole vengono usate come metro di paragone negativo nel raffronto con la “vera verità” storica propinata dalla cultura radical-chic dominante. Il peccato originale di Nolte, i cui lavori non sono tutti condivisibili, è dunque, come avrebbe detto Hobsbawm, quello di esser andato contro una “tradizione consolidata”, veritiera ancorché non vera.

Pesce Persico