Cose dell’altro Oceano (Parte 1)

Della serie “l’anonimato non mi calza a pennello”, comincio la mia avventura in queste acque virtuali confessando subito al popolo marino i miei misfatti: sono un pesce cameriere. Proprio grazie alla mia semestrale, sudata e ricchissima esperienza nel settore, mi vorrei concedere alcune righe di svago, sfogo e sfizio, senza poi così tanto sforzo, perché anche voi, malcapitati tra queste frasi senza branchia né coda, possiate magari riconoscervi nel famoso “mare di pesci” che è il mondo, più specificamente quello dei tipici clienti di un ristorante.

L’orologio segna le 18:50, tutto tace, a parte il forno della cucina che sta partorendo qualche strana creatura al cartoccio. Il personale è intento a sbrigare ogni faccenda prima del servizio, qua e là sono distribuiti cerini per pregare una chiusura non poi così tarda, ed ecco entrare in scena dall’ingresso oscuro del locale un losco figuro: il PESCECANE. Altrimenti noto come “colui che cena quando io digerisco il latte coi cereali”, l’entità mitologica avanza con fare leggermente dubbioso e, scrutato il paesaggio, finalmente esordisce: “è possibile mangiare o è ancora presto?”.
Ma la serata prosegue, nonostante i clienti giunti già ad orario di merenda. Mentre qualcuno accende i cerini e qualcun altro passeggia per la cucina, ecco tutta la fauna dell’Adriatico invadere il ristorante, trascinata dalla marea del sabato sera. E tra questi:

  • COZZA: il cliente, che sai quando entra ma non sai se ne esce, occupa il tavolo nella notte dei tempi, quasi ci si attacca come fosse uno scoglio, forse aspettando la resurrezione della carne sul proprio piatto;
  • PESCE PAGLIACCIO: ha scambiato il locale per il palco di Zelig e dà il meglio di sè, pensando di impressionare tutti con le proprie doti di intrattenitore. Il pesce in questione toglie ogni dubbio sulle sue reali capacità;
  • PESCE SPADA: il cliente del “scusa, la pizza me la puoi tagliare?” e che con sè porta anche tutti gli amici, cugini, zii, fratelli, nonni, suoceri, figli del cognato del nipote della sorella di qualcuno lì in mezzo. E la pizzeria si intasa di pizze che tornano indietro perché il coltello è un privilegio per pochi;
  • PESCE MARTELLO: colui che pressa il personale – già pressato dai ritmi, dai titolari e dal pensiero che è ancora solo l’inizio della serata – perché curi ogni suo bisogno, a cominciare da “si può aumentare il riscaldamento?”, passando per “le luci sono troppo forti” e terminando con “adesso fa troppo caldo”. Urge una dose di spirito di adattamento;
  • PESCE ROSSO: curioso esemplare di cliente che si vergogna quando deve scegliere cosa mangiare e fa attendere il personale mentre decide per cosa optare. Il meglio, però, arriva quando è pronta la pizza e il cameriere si fa in quattro per servirla al tavolo: carico di pietanze su tutti gli arti superiori, manco fosse un discepolo di Moira Orfei, ancora pressato dai ritmi, dal pizzaiolo e dal bruciore alle mani per il contatto coi piatti bollenti, declama a gran voce i nomi delle pizze, ricevendo in cambio occhiate di paura tra i commensali, silenzio diffuso o, ancor peggio, domande come: “la Parma è quella col prosciutto crudo di Parma??” (Cronache di vita vera);
  • PESCE PALLA: il classico cliente che va al ristorante perchè ha davvero fame e non per abitudine o dimostrazione di chissà quale lusso. Mangia per mangiare e divora tutto quanto può essere in qualche modo digerito. Un ringraziamento particolare va a voi che ci facilitate il compito di sparecchiare. Magari un giorno, al passo con l’evoluzione, riuscirete e mangiare anche i piatti, e allora avrete tutta la mia stima;
  • POLPO: designazione del cliente under 10 anni che pare dotato di tentacoli più che di mani, in grado di arrivare ovunque, su qualsiasi tavolo, che sia o meno già occupato da altre persone, per il solo ed unico scopo di “giocare”. Ed è così che ogni cameriere, prima o poi, deve far propria la sottile arte dello slalom;
  • NASELLO: sempre cliente under 10 anni che si improvvisa esploratore e mette il proprio nasello in posti non solo riservati al personale, ma anche pericolosi per dei bambini, per il solo ed unico scopo di “giocare”. Ed è così che ogni cameriere, prima o poi, deve improvvisarsi vigile urbano.

Le varietà continuano, ma troppo alto è il rischio di essere contattata da Linea Verde per uno speciale sulle specialità ittiche della zona. Lascio, quindi, il resto all’immaginazione di chi ha avuto la pazienza di leggere queste mie “perle”. Ahimè, non sono perle di saggezza solo ed esclusivamente per un difetto d’ostrica, ma cercherò di migliorare in futuro.
Con la speranza che possiate aver trascorso dieci minuti di relax, senza la pressione dei ritmi, del capo e del pensiero che si torni a lavorare, e con la speranza che da oggi possiate essere clienti migliori, auguro a tutti una buona giornata.
Alla prossima,

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